Musei, teatri, cinema, scuole, uffici, fabbriche, palazzetti dello sport. Sono alcune delle vittime del Coronavirus, vittime culturali per un bene superiore, quello di coloro che devono creare questa cultura e usufruire di essa. L’ultima vittima, pare, sarà il concerto del Primo Maggio, che quest’anno non si farà.
A dichiararlo ad Agi è Massimo Bonelli, l’organizzatore e il direttore artistico del concerto del Primo Maggio che si tiene ogni anno a Roma e che lui gestisce con la company fin dal 2014. Una notizia quasi scontata, vista la pandemia che ha colpito l’Italia e il mondo, ma che ha “finalmente” una conferma ufficiale:
“Il concerto del primo maggio non si può fare. Non ci sono le condizioni nemmeno per immaginarlo il concerto per come lo conosciamo. È una giornata importante e sarà ancora più importante perché risolto il problema del coronavirus il problema più grande diventerà il lavoro e quindi il primo maggio assumerà un significato ancora maggiore”.
L’ipotesi sottesa alla soppressione del concerto del Primo Maggio è, ovviamente, un altro evento che si terrà in un’altra data. Un evento che avrà un significato anche simbolico, in quanto avverrà alla fine di tutto questo. Anche su quello, Massimo Bonelli dice la sua:
“Se ci saranno le condizioni, sia emotive che logistiche, qualcosa va pensato. Non potendo sfruttare il format del concertone, che è in quel modo e ormai si conosce, bisogna inventarsi un’altra ipotesi eventuale di lavoro e costruirla mentalmente immaginando come potrebbe essere”.
Un evento che festeggerà la fine della pandemia, speriamo di vederlo presto.
Domenico Attianese