Questo periodo storico verrà ricordato negli annuali libri di storia, nelle enciclopedie, nelle statistiche e tra i filmati in archivio “Covid-19”. Ci si imbatterà anche (tra le note a tergo) sulle posizioni razziste, difficili a morire, che tendono a dividere l’Italia, espresse in una trasmissione televisiva dal giornalista Vittorio Feltri, che non hanno fatto onore alla categoria. Il fattaccio, così come è stato detto e compreso, riguardava alcune dichiarazioni tese a mettere in risalto la differenza tra il nord e il sud Italia, perché secondo l’opinione “feltrista”, quest’ultimo sarebbe inferiore.
Per le migliaia di proteste che ci sono state, questo vomitare veleno non ha giovato all’immagine del personaggio, tuttavia gli garantisce un posto nella storia, un po’ simile a quello che Piero Calamadrei, accademico e uno dei padri costituenti della Repubblica, riservò per ricordare gente come il generale nazista Albert Kesselring condannato a morte per crimini di guerra, e poi graziato. È risaputo che il boia tedesco, al suo ritorno a casa, dichiarò che gli italiani avrebbero dovuto dedicargli un monumento. Da qui il celebre componimento: «Lo avrai/camerata Kesselring/il monumento che pretendi da noi italiani,/ma con che pietra si costruirà/a deciderlo tocca a noi./…».
Difficile pensare se Feltri nel suo inconscio auspicasse a un particolare ricordo a dis-honorem per le sue avventate e dunque stolte affermazioni, facile stralciare dai testi l’amarezza, anche la rabbia, dei tantissimi italiani che si sono sentiti aggrediti, da una nuova generazione di invasori che hanno interesse a mettere zizzanie all’interno del Paese: gli italiani amano Milano tanto quanto amano Palermo, apprezzano Manzoni tanto quanto apprezzano Pirandello, si inebriano delle Dolomiti come del mare di Tropea.
La levata di scudi contro le affermazioni del giornalista sembra non rimarrà solo una mera protesta, già il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti ha deciso di procedere legalmente sia contro Feltri che contro il giornalista Mario Giordano per valutare il danno causato all’Ordine stesso. Giordano – si legge sui giornali – aveva l’obbligo di intervenire nel momento dello sproloquio riprendendo Feltri. Quindi i due ora andranno a giudizio. Inoltre, nel momento in cui scriviamo, ci sono notizie di denunce presentate da uomini di cultura e da tanti sindaci di Comuni meridionali.
Per questo gratuito e delirante insulto sarà importante seguire quanto lo Stato di diritto garantirà con le leggi in vigore al popolo sovrano. È un agire contro chiunque si sente forte e crede di poter dire, fare e insultare a proprio piacimento.
Vittorio Feltri, per concludere, la sera del 26 aprile in un’intervista andata in onda nella trasmissione “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti, ha cercato di spiegare, in sintesi e arrampicandosi sugli specchi, che lui ha detto delle cose e le persone ne hanno comprese altre.
La domanda è: com’è possibile che un quotato giornalista abbia dato ad intendere il contrario di quanto voleva dire? Sarà l’età o in qualche mondo c’entra il Covid-19?
Bruno Cimino