Narni: la corsa all’anello colora la città dell’Umbria

Nel periodo di festività, si aprono le osterie e le taverne, dove si servono piatti della tradizione umbra; si ammirano mostre di arte; si conoscono le cantine del luogo e le botteghe degli antichi mestieri. Le strade della città sono arredate con gli stendardi dei terzieri e illuminate, la sera, da fiaccole magistralmente accese dai fuochisti della città di Narni.

La corsa all’anello colora la città di Narni, nel cuore dell’Umbria. È una manifestazione folkloristica che contraddistingue la località, conferendo una particolare identità culturale.

La corsa all’anello risale al 1371 e si svolge in occasione dei festeggiamenti del patrono, san Giovenale, durante il mese di maggio.

Dall’ultimo fine settimana di aprile fino alla seconda domenica di maggio, la città di Narni è vestita a festa, mentre i cittadini collaborano alla realizzazione degli eventi, delle manifestazioni e delle ricostruzioni storiche della festa in onore del “Santo Juvenale”.

Nel periodo di festività, si aprono le osterie e le taverne, dove si servono piatti della tradizione umbra; si ammirano mostre di arte; si conoscono le cantine del luogo e le botteghe degli antichi mestieri. Le strade della città sono arredate con gli stendardi dei terzieri e illuminate, la sera, da fiaccole magistralmente accese dai fuochisti della città di Narni.

Queste manifestazioni sono strategiche, per rilanciare il turismo, specialmente dopo l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia del Covid 19.

È del tutto evidente che questa è un’opportunità per conoscere la cultura locale e ammirare le testimonianze storiche del territorio.

Del resto, l’Italia è ricca di manifestazioni folkloristiche che evidenziano la cultura dei territori.

Storia
La corsa all’anello segue il rituale trascritto negli statuti medievali e consiste in una gara di abilità, nella quale, i tre cavalieri dei tre terzieri Mezule, Santa Maria e Fraporta, si sfidano nell’infilare con una lancia un anello, tenuto da due cordicelle, sostenute da una barra di ferro.

L’evento ripercorre i momenti descritti negli statuti comunali a partire dalla “lettura del banno”, quando il banditore a cavallo richiama al “certamen” i cavalieri di Narni, affinché dimostrino la loro preparazione nel difendere la città.

Nella sera precedente alle celebrazioni per il Patrono, san Giovenale, il 3 di maggio, si svolge l’offerta dei ceri nella cattedrale: un corteo con oltre 300 personaggi, raggiunge la Cattedrale, rendendo omaggio a San Giovenale, primo Vescovo di Narni, venuto da molto lontano.

Durante la cerimonia, si rievoca il rito della “liberazione del condannato a morte”: antica usanza di graziare un prigioniero, destinato alla pena capitale, nel giorno della festa del patrono.

Nello stesso giorno del patrono, si svolge la corsa all’anello storica e la domenica successiva, la corsa all’anello moderna che, dal 1969 a questa parte, coinvolge l’intera cittadinanza al “campo de li giochi” ad esultare per il proprio terziere in gara.

La sera precedente alla sfida, si svolge un corteo storico in cui, più di 800 costumanti, sfilano lungo le vie delle città e l’atmosfera, nonostante il passare degli anni, è sempre carica di aspettative.

La festa della Corsa all’anello è molto sentita dai cittadini di Narni, perché per due settimane si torna indietro nel tempo, di ben 500 anni; si accettano sfide nelle taverne; si brinda cantando “salomé”, riempendo i bicchieri di nettare degli dei; ci si impegna nella realizzazione di costumi, il più possibile fedeli alle trascrizioni del 1371; si tenta di vincere, la domenica della corsa, l’anello tanto sospirato nel corso dell’anno.

Francesco Fravolini

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