Il calcio è tornato ma è veramente brutto

Il Napoli vince la Coppa Italia e la Juve, anche quest’anno, deve rinunciare al sogno del “Triplete”. Sarri non vince il suo primo titolo in Italia mentre Gattuso sì. Ma il primo trofeo assegnato in questa stagione mostra ancora gli evidenti  segni della pausa imposta dal Covid-19. Gli spalti dell’Olimpico di Roma sono vuoti e la coreografia virtuale sponsorizzata dalla Coca Cola non bilancia l’assenza del pubblico. Sergio Sylvestre canta ma si dimentica una strofa dell’inno di Mameli. Poi si difende: “Non mi sono dimenticato le parole, ero solo triste”.

Triste come il gioco espresso dalle due squadre in campo. Poche emozioni (il palo colpito da Insigne e qualche bella parata di Meret) e ritmo da gara amichevole di precampionato. Qualche fiammata sino alla fine dei 90 minuti che si chiudono sullo 0-0. Juve e Napoli si giocano tutto nella roulette dei calci di rigore, perché i tempi supplementari sono stati aboliti per terminare il torneo. Dagli 11 metri sbagliano subito Dybala e Danilo e alla fine il Napoli vince per 4-2 e alza al cielo la Coppa Italia.

Il “ritorno alla normalità” da parte del calcio ha un prezzo che dev’essere pagato. Proprio Maurizio Sarri prima del  doppio impegno di Coppa Italia (semifinale con il Milan e finale con il Napoli) aveva lanciato l’allarme: “Non abbiamo potuto disputare amichevoli… Ma con 60 giorni passati sul divano o comunque con qualche lavoro in casa ci sono tante incognite”. Timori condivisi anche da altre squadre come, ad esempio, il PSG. Il campionato francese è stato concluso d’imperio dopo il coronavirus e i parigini non hanno più giocato. “A differenza nostra, gli avversari avranno giocato molto prima di affrontare la Champions League”, ha denunciato il ds Leonardo. Ecco il calcio ai tempi del Covid-19.

A. C.

foto Twitter Official SSC Napoli

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