Napoli, la solidarietà nei volontari della mensa di Porta Capuana

La generosità dei cittadini e dei numerosi volontari della Società di San Vincenzo De Paoli, alla mensa di Porta Capuana, sconfigge la paura del Coronavirus. Sono molti i volontari impegnati a distribuire il cibo e riescono ugualmente a trasmettere vicinanza alle persone che chiedono un aiuto.

Il Coronavirus evidenzia il sentimento degli italiani pronti a mettersi a disposizione per uno spirito di solidarietà, specialmente in momenti storici come quello che stiamo vivendo.  Sono gesti belli che contraddistinguono la popolazione italiana. Un esempio arriva dalla mensa che la Società di San Vincenzo De Paoli gestisce a Porta Capuana, nella città di Napoli. Sono molti i volontari impegnati a distribuire il cibo e riescono ugualmente a trasmettere vicinanza alle persone che chiedono un aiuto.

L’impegno della mensa
Ai tavoli, prima dell’emergenza Covid-19, si sedevano ogni giorno 20-30 persone. Oggi gli sforzi sono quadruplicati: sono 90-100 i pasti caldi che vengono quotidianamente distribuiti in tutta sicurezza. Gli ospiti fanno la fila all’esterno, nel rispetto delle distanze di sicurezza. Al cancello vengono fatti entrare uno alla volta, poi si avvicinano al tavolo e ritirano la loro sacca che contiene un vassoio, tovaglioli e posate, un frutto e spesso un dolce. Ma, parallelamente all’emergenza, alla mensa di Porta Capuana è esplosa anche la solidarietà: «La generosità dei napoletani – racconta Carmela Palmese, Presidente del Consiglio Centrale di Napoli della Società di San Vincenzo De Paoli – è davvero sorprendente. Si sono moltiplicati non solo gli ospiti, ma anche le donazioni. Ed è cresciuto il numero dei volontari: sono tanti i giovani che hanno dato la loro disponibilità ad affiancarci al servizio nella mensa».

La testimonianza dei volontari
Tra i tanti volontari che si sono aggiunti in questa emergenza c’è Raffaele. Ma lui non è un “volto nuovo” per la mensa di Porta Capuana. Raffaele è proprio uno degli ospiti che, di tanto in tanto, consumava i pasti seduto a quei tavoli. E così, da quando è iniziata questa emergenza, Raffaele è saltato “dall’altra parte del bancone”: ora indossa camice, guanti e mascherina e, sette giorni su sette, aiuta a cucinare, preparare e distribuire i sacchetti. Questa epidemia insegna che il confine tra la “normalità” e la “povertà” è davvero molto sottile. È utile ricordare questi momenti quando il Coronavirus resterà soltanto un ricordo per comprendere lo spiriti di collettività che c’è in Italia. Sono valori che devono essere evidenziati perché rappresentano il DNA degli italiani.

La riflessione
Una consapevolezza che emerge dalle parole di Antonio Gianfico, Presidente nazionale della Società di San Vincenzo De Paoli che osserva: «Tutto questo ci deve spingere a recuperare il senso della nostra fragilità e a metterla in gioco per il bene dell’umanità. Un sentimento che coinvolge le molte famiglie campane che stanno mettendo a disposizione le cucine delle loro case per preparare pasti caldi da consegnare a molti vicini, anziani, persone in difficoltà. Ecco che, accanto alla mensa organizzata, sorgono tante ‘mense spontanee’. È la solidarietà del buon vicinato che batte la paura della pandemia».

Come donare
Chi desidera potrà aiutare la mensa di Porta Capuana donando prodotti alimentari, mascherine, abiti in buono stato, coperte. È anche possibile contribuire con una donazione sulla piattaforma di crowdfunding:

 https://www.gofundme.com/f/aggiungi-un-pasto-a-tavola-Mensa-San-Vincenzo?utm_source=whatsapp-visit&utm_medium=chat&utm_campaign=p_cp+share-sheet

Francesco Fravolini

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