Nella cultura napoletana l’aldilà e i fantasmi hanno sempre occupato un posto di rilievo dovuto anche al rapporto che la città ha con la morte.
Girando per Napoli infatti capita ancora oggi di imbattersi in luoghi un tempo adibiti al culto delle anime defunte, primo tra tutte il cimitero delle Fontanelle già trattato in un precedente articolo.
Ma vediamo insieme alcuni infestati che possiamo visitare quando ci troviamo in questa splendida città.
Il primo è il palazzo di Donn’ Anna, ubicato all’inizio di Via Posillipo e risalente al XVII secolo. Il palazzo venne innalzato per volere di Anna Carafa moglie del duca di Medina de Las Torres e all’inizio doveva essere realizzato secondo i canoni del barocco napoletano. Il palazzo però non fu mai completato a causa della prematura scomparsa di Donna anna per cui l’edificio rimase una sorta di rovina antica tra le ville romane presenti sul litorale di Posillipo.
Il palazzo poi subì alcuni danni durante la rivolta di Masaniello e durante il terremoto del 1688 e dal XIX secolo coi numerosi passaggi di proprietà ha cambiato destinazione d’uso molte volte.
Ad oggi il palazzo non è visitabile ma è da anni oggetto di leggende che la vogliono abitata da spiriti sfortunati tra cui quello di Mercede de Las Torres scomparsa proprio a causa dello spirito inquieto di Anna Carafa gelosa della storia della donna con un suo amante.
Pare inoltre che qui la regina Giovanna d’Angiò ricevesse i suoi amanti per poi ucciderli all’alba.
Il secondo monumento infestato è Palazzo Spinelli che ha per protagonista la giovane orfana Bianca, una ragazzina che fu affidata alle cure del Duca Spinelli e che fu murata viva all’interno del palazzo a causa della gelosia verso la fanciulla.
Vi è poi il fantasma dell’impiccato di Porta Nolana dove nel famoso Palazzo dell’Impiccato pare che si manifesti alla finestra o per la rampa delle scale la figura di uno spettro appeso.
Ultimo luogo infestato almeno per questa prima parte di articolo è Palazzo San Severo in cui pare abbia avuto luogo un efferato delitto.
Qui infatti morirono Maria d’Avalas e il Duca di Carafa e pare che il giorno dell’anniversario della loro morte si odano le grida di dolore propagarsi lungo i vicoli.