Molti reati in Italia commessi da stranieri. Perchè?

Il 28,8% dei reati in Italia è commesso da stranieri. I quali sono poco meno del 10% della popolazione residente. Ciò significa una sola cosa: che gli stranieri delinquono in proporzione più degli Italiani. I delitti cui sono più avvezzi? Quelli predatori, come rapine, scippi e furti, e quelli a sfondo sessuale. Ben quattro stupri su dieci è compiuto da uno straniero. Le ragioni? Anzitutto, la presenza di oltre 600.000 stranieri senza identità certa, senza documenti, arrivati o portati sulle nostre coste attraverso operazioni umanitarie, e che, privi dei requisiti, non hanno ottenuto il richiesto visto di profugo. Ma dato che in Italia siamo bravissimi a fare le pentole ma non i coperchi, ecco che queste persone, una volta riconosciute come irregolari sul nostro territorio, invece di essere riaccompagnate oltre frontiera, rimangono qui, in una sorta di tolleranza sociale e legislativa, nella piena consapevolezza istituzionale che per vivere commetteranno reati, perché, in quanto privi di documenti, non possono né lavorare regolarmente, né altrettanto regolarmente avere una casa, né ambire, qualora fosse nelle loro intenzioni, a una integrazione sociale e giuridica con il Paese di accoglienza. Altra ragione presuntivamente collegabile al consistente numero di reati compiti dagli stranieri potrebbe ravvisarsi in radici “culturali”, essendo la maggior parte di loro soggetti provenienti da parti del mondo in cui inesistente è il concetto dell’altro inteso come essere umano considerato alla pari, soprattutto se quell’altro è donna. E se, a tutto ciò, si aggiunge che il sistema legislativo penale italiano è premiale rispetto a chi commette reati e punitivo per chi i reati li subisce, si chiude un cerchio nel quale benefici e sconti di pena a pioggia la fanno da padrone, mentre i diritti delle Vittime sono relegati in un misero, angusto e inaccessibile angolo. Da qui, bisogna partire: da leggi inique, responsabili della grave disparità tra i diritti dei delinquenti e quelli delle Vittime, che devono essere messe al centro dell’attenzione, non solo mediatica, ma soprattutto processuale e legislativa. Perché la loro sete di Giustizia, erroneamente e in mala fede confusa con sete di vendetta, sia finalmente soddisfatta.

Elisabetta Aldrovandi

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