Il mobbing è un comportamento sociale deplorevole divenuto una vera e propria piaga delle nostra società. Si tratta di una serie di atti persecutori, fisici o psicologici, reiterati nel tempo, di un gruppo verso un singolo individuo spesso riscontrabili sul luogo di lavoro o a scuola.
Pochi sanno però che il termine nasce in etologia, essendo un comportamento tipico del mondo animale. La parola “mobbing” fu coniata dal famoso etologo austriaco Konrad Lorenz, conosciuto soprattutto per i suoi studi sul comportamento delle oche, e indica in origine un comportamento aggressivo di un gruppo di individui della stessa specie verso un singolo membro del gruppo. Tra gli uccelli invece è principalmente una tecnica attuata per scacciare un potenziale predatore o difendere il proprio territorio. Questo avviene generalmente in gruppo: uno degli esempi più facilmente osservabili è il mobbing delle cornacchie verso i rapaci (piccoli o grandi) che ha sia valenza di protezione dalla predazione che di difesa territoriale. A loro volta le cornacchie e i corvidi in generale, insieme ai rapaci, subiscono mobbing dai piccoli passeriformi che tentano di difendere uova e nidiacei dai predatori. Questo comportamento è ben conosciuto nel mondo venatorio: si usava abitualmente uno “zimbello” (ora vietato ma la pratica ancora viene utilizzata dai bracconieri), generalmente una civetta, legato ad un paletto per attirare i piccoli uccelli e catturarli con laccetti o colla.
Un comportamento simile al mobbing è il “cleptoparassitismo”, utilizzato spesso da gabbiani e stercorari: consiste in una serie di attacchi verso un individuo che ha appena catturato una preda per obbligarlo a mollare la presa e sottrargli il cibo.
Daniele Capello