Già all’epoca della scoperta dell’ossigeno su Marte la comunità scientifica rimase a bocca aperta. Non tanto per l’ossigeno in sé, anche per quello, ma per le possibilità che dava: analizzare l’evoluzione del pianeta, lasciare aperte possibilità di terraformazione, suggerire la presenza di forme di vita. Un mondo di possibilità, che ora aumenta ancora di più con la scoperta fatta dalla Nasa.
La Nasa, infatti, ha recentemente comunicato di aver scoperto delle informazioni interessanti per quanto riguarda il comportamento dell’ossigeno su Marte. Questa scoperta è avvenuta durante un’osservazione su Curiosity, il laboratorio di esplorazione attivo da agosto 2012 sul pianeta rosso.
Gli strumenti di Curiosity, infatti, hanno registrato dei cambiamenti stagionali dei gas sopra il cratere Gale. Un’osservazione del cambiamento delle molecole di ossigeno, durata 3 anni marziani (equivalenti a 6 anni terrestri), potrebbe non sembrare una grande scoperta, ma in realtà lo è. Lo è perché, sulla Terra, questo tipo di variazioni è considerata un’avvisaglia per la presenza di vita sul pianeta. E quindi, in teoria, anche su Marte.
Di certo non è nuova la presenza di ossigeno, ma, come abbiamo detto, la stranezza del loro comportamento. Con precisione, lo strano comportamento dell’ossigeno che è stato registrato da Curiosity riguarda la quantità di ossigeno nell’atmosfera: aumenta del 30% durante la stagione primaverile marziana e poi torna ai livelli normali in inverno.
Un comportamento che, agli scienziati, suggerisce una cosa sola: sembrerebbe esserci qualcosa che produce ossigeno in primavera e lo riassorbe in inverno. In teoria, quindi, ci dovrebbe essere della vita.
Vita su Marte.
Domenico Attianese