“Sport è dare sempre il meglio di sé. Per questo sia in gara, sia nella vita e nel mondo virtuale, sostengo i valori della correttezza, della condivisione e del rispetto”. Sono queste le parole del principio numero uno del Manifesto della Comunicazione non ostile per lo sport presentato in anteprima a Bari durante “Parole a Scuola” – giornata di formazione gratuita sul tema delle competenze digitali e dell’ostilità nei linguaggi organizzata dall’Associazione Parole O_Stili, Università Cattolica, Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con MIUR e Corecom Puglia.
Dieci semplici principi di stile a cui ispirarsi per ristabilire un contatto diretto, sincero e fondato sui valori nobili dello sport, così da evitare un linguaggio ostile nel tifo e nella comunicazione. A orientare la declinazione del Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport, patrocinato dal Coni, sono stati i contributi di oltre 100 fra atleti, club, squadre, federazioni, aziende, giornalisti e comunicatori legati al mondo dello sport come Massimiliano Allegri, Alex Zanardi, Andrea Monti – Direttore della Gazzetta dello Sport, Xavier Jacobelli – Direttore di TuttoSport, Ivan Zazzaroni – Direttore del Corriere dello Sport, Bruno Gentili – Direttore di Rai Sport, Federico Aliverti – Direttore di Motociclismo, FC Inter, Fidal, Filjkam, Lega Pallavolo Serie A, CSI, Twitter Sport, Jaguar Land Rover, McFit. “Nello sport non esistono nemici, ma solo avversari: li rispetto perché, senza di loro, non c’è gara. Rispetto regole, arbitri e giudici: sono i garanti della mia passione”. Questo e altri principi del Manifesto sono stati raccontati nel panel “#losportchemipiace” ad un pubblico di 1.200 studenti da giornalisti sportivi come Lia Capizzi, Paolo Condò, e da alcuni protagonisti del mondo dello sport fra cui l’ex portiere e oggi il dirigente dell’Inter Francesco Toldo, l’ex-pallavolista della nazionale e telecronista Consuelo Mangifesta, l’ex-canoista plurimedagliata Josefa Idem, i marciatori della squadra nazionale Antonella Palmisano e Massimo Stano, l’arbitro di rugby a 15 Maria Beatrice Benvenuti, Andrea Stefani, project manager di #tifiamoeuropa UEFA European Under-21 Football Championship Nicola Rizzoli, l’arbitro della finale dei campionati mondiali a Rio de Janeiro. Ecco i 10 concetti che compongono il Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport:
1.(Virtuale è reale)
Sport è dare sempre il meglio di sé. Per questo sia in gara, sia nella vita e nel mondo virtuale, sostengo i valori della correttezza, della condivisione e del rispetto
- (Si è ciò che si comunica)
Da atleta, da tifoso o da commentatore, so che i miei discorsi dicono chi sono, e quanto credo nello sport che amo. Faccio sì che siano forti, leali, onesti e gentili
3.(Le parole danno forma al pensiero)
Cerco sempre parole giuste. Governo l’adrenalina e l’emozione con il rigore del mio pensiero. Controllo i toni perché lo spirito sportivo vinca anche nella sconfitta
4.(Prima di parlare bisogna ascoltare)
Mi alleno ad ascoltare. Ascolto l’allenatore, l’arbitro, i compagni. Ascolto le lodi, e ascolto le critiche. Ascolto il mio corpo. Ascoltando divento più forte e migliore
5.(Le parole sono un ponte)
Lo sport è un linguaggio che tutti capiscono e il messaggio dello sport è potente: faccio sì che sia positivo, pieno di speranza. Che ispiri le persone. Che le unisca
6.(Le parole hanno conseguenze)
Le mie parole hanno peso e valore: possono in_uire su molte persone rendendole peggiori o migliori. Dunque, anche in piena emozione agonistica parlo con misura
7.(Condividere è una responsabilità)
Sono responsabile dei contenuti che condivido. Esalto la sapienza tecnica, la bellezza, l’armonia, le storie che rincuorano. Condanno il tifo cieco, cattivo e ostile
8.(Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare)
Nello sport non esistono nemici, ma solo avversari: li rispetto perché, senza di loro, non c’è gara. Rispetto regole, arbitri e giudici: sono i garanti della mia passione
9.(Gli insulti non sono argomenti)
Ricordo che lo sport è fair play: gioco leale. L’agonismo è confronto positivo, mentre l’insulto è debole, vigliacco, incivile. Aggredire è il contrario di competere
- (Anche il silenzio comunica)
Il silenzio vince: è concentrazione e autocontrollo. Evito le parole vuote e inutili. Quelle violente non mi servono: so dimostrare la mia forza e il mio valore coi fatti
Stefano Venditti