by Bruno Cimino
Domenica 25 febbraio 2024, a Roma in Piazza SS. Apostoli, alle ore 14:00 si terrà una manifestazione nazionale a favore degli animali.
Secondo gli organizzatori, questo raduno vuole essere un grido d’allarme che non deve conoscere soste sino a quando non saranno stati riconosciuti i diritti degli animali.
A sostegno dell’iniziativa parteciperanno varie associazioni provenienti da ogni regione. In una apposita nota, Maurizio Lombardi, uno degli organizzatori principali dell’evento, elenca una serie di aderenti, tra i quali Fondazione Jigen, Stoplastica, Fratellanza Animalista, Animalisti Italiani ecc.
Sono cronache di ogni giorno gli esperimenti scientifici sugli animali, nonché i tantissimi atti malvagi in nome di ignoranze endemiche in ogni luogo della terra dove si continuano a perpetrare orrendi crimini su povere bestie. Pertanto sono sempre iniziative lodevoli quelle a favore di chi non può difendersi.
Il legame tra il regno animale e la natura che circonda l’umanità intera è strettamente connesso. L’equilibrio per una sana vivibilità del nostro pianeta dipende innanzitutto da come ci poniamo di fronte a certi atteggiamenti che offendono la civiltà raggiunta.
Insomma, non siamo più ai tempi delle offerte sacrificali agli Dei, né tanto meno a quelli di Cartesio.
La nostra letteratura abbonda di tanti appelli scritti da uomini che hanno fatto la storia e che ci hanno accoratamente esortati a stare dalla parte dei nostri amici animali, da Socrate a Paolo Isotta, passando per Victor Hugo, Giorgio Celli, Charles Dickens, Lorenz Conrad e tanti altri eminenti personaggi.
Le mattanze di Yulin non sono mai terminate, né mai si è assopito il grido di dolore che si è elevato dopo le tristi cronache di Wuhan, e ogni anno con la festa del toro embolado, la ricorrenza del Thanksgiving Day quando vengono uccisi 45 milioni di tacchini, il festival di Gadhimai e così via: eredità del famigerato Nemrod, figlio di Kush (Genesi 10) re di Babilonia.
Dunque la manifestazione romana del 25 febbraio prossimo si pone come un momento di esternazione e riflessione su ciò che siamo e quanta civiltà desideriamo difendere e migliorare.