“L’uomo dei caleidoscopi” dell’autrice umbra Daniela Bocciarelli

Quando il passaggio di testimone tra generazioni illumina la via.

Si chiama “L’uomo dei caleidoscopi” il libro dell’autrice Daniela Bocciarelli con un certo “bernoccolo” per i viaggi iniziatici. Dopo esserci occupati delle avventure di Gio Falchetto alle prese con le prime prove della vita, ora è la volta di Domo: un eccellente neo laureato poco più che ventiquattrenne con “nessuna voglia di stare con quelli della sua età”.  E così, complice la crisi esistenziale legata alla strada da prendere nella vita, sarà proprio un suo “Alter Ego” con qualche filo grigio tra i capelli a svelare nuovi scenari possibili. Perché, a dirla con l’autrice, “a volte gli occhi non sono sufficienti per vedere davvero ciò che abbiamo intorno”. 

Eppure il libro non fa altro che immergere il lettore in scorci paesaggistici che rimandano ad una policroma tavolozza di colori gradita allo sguardo. La storia infatti è ambientata ad Acquafredda, la frazione più a nord del comune di Maratea in provincia di Potenza. “Pochi chilometri di Basilicata tra Sapri e Maratea dove – citando testualmente – le case si rincorrono sul fianco delle montagne che guarda il mare”. Un occhio, quello dell’autrice, che in alcuni passaggi sembra riflettere particolarmente gli studi alle spalle in scienze geologiche. E così la zona storica del paese lucano viene descritta così. “La parte più antica del paese era formata di case che si appoggiavano le une sulle altre, perché anche un muro risparmiato aveva avuto il suo valore”.

Una capacità descrittiva che riesce a catturare quello che i latini chiamavano il “genius loci” o spirito del luogo, tanto caro ai protagonisti del racconto. Accanto a Domo si staglia subito, fin dalle prime pagine, la figura di Pompeo o “uomo del caleidoscopio” che fungerà da chiave di volta nella vita del giovane Domo. Il caleidoscopio diventa quindi, al contempo, una sorta di racconto di viaggio e di testimone nella simbolica staffetta tra chi è più in là con gli anni e chi viene dopo. Sarà quindi Pompeo ad effondere il soffio vitale sullo sfiduciato Domo, un po’ come “restituisce nuova libertà a quei vetrini lavorati dal mare, smerigliati e arrotondati dalla corrente”. I caleidoscopi – si legge ad un tratto – sono “costruiti per metterci dentro i colori della terra” di appartenenza. 

Ed infatti il viaggio di Domo inizia con una scelta ben precisa: tornare su un “luogo del cuore” da dove guardare tutto dall’alto! Un passaggio, questo, verrebbe da dire tutt’altro che casuale, come ci insegna anche l’indimenticabile Prof Keating, interpretato magistralmente da Robin Williams, ne “L’Attimo Fuggente”. E’ infatti lui stesso ad insegnare ai suoi ragazzi a guardare le cose da angolazioni diverse quando dice: “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. E Domo, in questa sua necessità di uscire fuori dai perimetri noti, fa addirittura un passo ancora più spettacolare, decide di andarsene in cima alla montagna della sua terra natale.

Un cambio di prospettiva che si rivelerà fondamentale in questo crocevia esistenziale. Perché, a dirla con Jung, “nella natura non si è mai sovraccarichi, ma piuttosto svuotati… è infatti la natura ad essere già carica in abbondanza. Non si spende più nulla, ma ci si alimenta di energia. Il potenziale è rovesciato…” Un rovesciamento che consentirà a Domo di vibrare su un’altra frequenza e a Pompeo di rivelare al giovane il suo augurio più sincero: “Voglio darti un pezzetto di Acquafredda da tenere con te. Forse ti aiuterà a decidere”. 

Questi i riferimenti social dell’autrice umbra Daniela Bocciarelli: facebook daniela.bocciarelli.3; Instagram daniela.bocciarelli

Di Maria Teresa Biscarini

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