Luisa Spagnoli, la prima imprenditrice: regina dei”baci” e della moda

Luisa Spagnoli di cognome faceva Sargentini, ma acquisì quello del marito. Fondò la Perugina e l’industria d’abbigliamento 

E’ stata una donna che ha saputo interpretare il mondo dell’imprenditoria con lucidità e senso dell’innovazione, in un’epoca in cui le donne venivano considerate soltanto “angeli del focolare”, dedite alla cura dei figli e della casa. Parliamo di Luisa Sargentini che, dopo il matrimonio, acquisì il cognome del marito, Spagnoli. 

Nacque a Perugia il 30 ottobre 1877, il padre era un pescivendolo, la madre faceva la casalinga ma, alla morte del marito, dovette lavorare duramente con attività umili per sostenere i figli. Luisa era ancora bambina quando perse il papà e, a 13 anni, abbandonò gli studi per arrabattarsi in svariate occupazioni, per contribuire al bilancio famigliare, denotando subito senso pratico, abbinato ad una spiccata creatività. Poco più che ventenne,  la Sargentini si fidanza e poi sposa Annibale Spagnoli, acquisendone il cognome e venendo riconosciuta come Luisa Spagnoli, un marchio tutt’oggi popolare nell’ambito dell’abbigliamento e delle collezioni femminili.

Luisa, con Annibale, partì fondando una fabbrica di dolci: acquisirono una ex drogheria, la chiamarono “Confetteria Spagnoli”, era il 1901 e in quei locali iniziarono a produrre confetture di frutta e confetti, contando sulla collaborazione di un artigiano esperto come Giuseppe Battaglini. La confetteria è frequentata da illustri personalità di umbria e toscana, tra cui la famiglia Buitoni, che propone a Luisa e ad Annibale di entrare nell’azienda investendo sull’ampliamento dell’attività dei coniugi. Nasce così la “Perugina”, marchio tutt’ora leader del settore, dove Luisa è direttrice di produzione e Annibale direttore tecnico, così il binomio Spagnoli-Buitoni permette all’azienda una espansione notevole, tanto che alla fine della Prima Guerra Mondiale conta oltre cento dipendenti, dai quindici iniziali. Non solo, grazie proprio a Luisa, la “Perugina”, promuove innovative politiche di welfare aziendale, per supportare la compatibilità famiglia-lavoro delle dipendenti. 

Luisa, per diventare affermata imprenditrice, aveva sacrificato la propria vita di madre, affidando i tre figli (Aldo, Mario e Armando) ai parenti e non voleva che le sue lavoranti fossero costrette a questa scelta. Luisa ha poi l’intuizione di produrre un cioccolato che non fosse solo riservato alle ricche famiglie, portando la produzione a dei livelli tali da poter abbattare i costi. 

Prima ancora, nel 1909, i Buitoni chiamano in azienda uno dei loro “delfini”, Giovanni, con il quale Luisa Spagnoli ha subito un buon rapporto, che in futuro diventareà qualcosa di solido e sentimentalmente importante. Attorno al 1920 nasce il primo negozio della Perugina, a Perugia, che offre una spinta alla commercializzazione dei dolci, ma è anche il periodo in cui Giovanni Buitoni vuole far cambiare “pelle” all’azienda attraverso politiche di modernizzazione, soprattutto dal punto di vista, si direbbe oggi, del marketing. Scelte che incontrano una certa divergenza di vedute con Annibale Spagnoli, che cede le quote ai figli, si allontana dalla moglie e dall’azienda, trasferendosi ad Assisi. Una situazione di crisi coniugale che porta Luisa a separarsi dal marito, iniziando un riservato, ma forte, rapporto sentimentale con Giovanni Buitoni.

Questo è anche il periodo in cui Luisa crea il famoso “bacio” Perugina: per non sprecare gli scarti di lavorazione (pasta di cacao, mandorle e nocciole), aggiunge frammenti di frutta secca nell’impasto e una nocciola al di sopra di un cioccolatino, ricomprendolo di cacao. Nasce il “cazzotto”, perchè aveva un po’ la forma di un pugno chiuso, come nome però era troppo irriverente, così si optò per il famosissimo “bacio”.  

Ma come avviene il passaggio della Spagnoli, imprenditrice nell’ambito alimentare, a quella  dell’abbigliamento? Lei e Giovanni vanno a Parigi, si trovano per caso in un’azienda che alleva conigli d’angora, Luisa è affascinata dalla morbidezza del pelo di quegli animali ed è attratta, imprenditorialmente, dalla qualità della lana che ne viene ricavata. Così, tornati in Italia, la Spagnoli e Buitoni si trasferiscono in campagna, in un casolare, in cui allevano conigli d’angora. Per recuperare il pelo di questi lagomorfi, il figlio di Luisa, Mario, crea un pettine che permette di recuperare solo il pelo in eccesso, senza provocare fastidio ai conigli. La lana che viene creata da Luisa è l’ideale per mantelline, golf e cardigan, morbida e calda; la sensibilità imprenditoriale di questa donna da vita ad un businnes ancora adesso famoso e apprezzato in tutti i mercati del mondo. La Spagnoli morì a Parigi il 21 settembre 1935. 

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