Lucart, prodotti sostenibili per tutelare l’ambiente

I risultati del 17º Rapporto di Sostenibilità. Investimenti in economia circolare, efficienza produttiva ed energetica, autoproduzione e acquisto di rinnovabili e diversificazione dei mercati per far fronte alla crisi globale

Lucart promuove la produzione di prodotti sostenibili. Emerge chiaramente dai dati del 17° Rapporto di Sostenibilità di Lucart, il primo ad essere avallato da un ente certificatore, l’impegno a diminuire l’impatto ambientale. Scendiamo nel dettaglio. «Dal 2014 Lucart ha ridotto le emissioni specifiche di CO2 e Nox – si legge nel Documento – rispettivamente del 14,9% e del 47% e i consumi specifici di energia del 13,2%, destinando a recupero l’80% dei rifiuti. I consumi idrici specifici sono invece calati del 23,3% rispetto al 2013. Il Report 2021 evidenzia il raggiungimento di un fatturato di oltre 540 milioni di euro (+6% rispetto al 2020), confermando la continua crescita dell’azienda in un’annata segnata dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica globale».

Chi è Lucart

È un gruppo multinazionale che promuove un modo sostenibile di produrre carta. Con un approccio sistemico vuole ottimizzare l’utilizzo delle materie prime e ridurre gli scarti, trasformandoli in nuove risorse; Lucart realizza prodotti tissue (articoli in carta destinati al consumo quotidiano quali carta igienica, carta per cucina, tovaglioli, tovaglie, fazzoletti), airlaid e carte monolucide. 

Imballaggi riciclabili 

Lucart scommette sul percorso di transizione ecologica dell’industria cartaria, anticipando il raggiungimento dell’obiettivo prefissato al 2025: utilizzare il 100% imballaggi riciclabili e/o compostabili. Non solo. Lucart lavora per aumentare l’uso di imballaggi realizzati con materiali rinnovabili (79%) composti in tutto o in parte da materie prime riciclate. Prosegue l’impegno di Lucart con Natural, progetto di economia circolare iniziato nel 2010 dal reparto di ricerca e sviluppo dell’azienda per l’utilizzo delle fibre alternative alla cellulosa vergine. 

Francesco Fravolini

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