La Lontra in Italia, alla riconquista dei territori perduti

La Lontra (Lutra lutra) è un mammifero diffuso in Europa, Nordafrica e buona parte dell’Asia Centro-Orientale. Fa parte della Famiglia dei Mustelidi come la Donnola e la Puzzola ma è un animale quasi esclusivamente acquatico. Si nutre di pesci ma anche di altra fauna acquatica e terrestre. E’ specie attiva perlopiù di notte. Le sue tane si trovano sulle rive dei fiumi, dove sfrutta cavità preesistenti ma non tane di altri animali; si riproduce principalmente a fine inverno ma a volte anche in altri periodi dell’anno. In Italia la specie ha rischiato di scomparire nel secolo scorso, in quanto il suo areale era molto ristretto a pochi nuclei sulle Alpi e nell’Italia centro-meridionale tra Campania, Basilicata, Puglia e Calabria.
Dopo alcuni progetti di protezione e di ripopolamento, ma soprattutto grazie alla tutela legislativa, negli ultimi decenni il trend negativo si è invertito. Infatti in questo secolo si è riaffacciata in alcune regioni dalle quali era scomparsa: nel 2006 è stata rilevata nuovamente in Abruzzo, dove attualmente prosegue la sua espansione (nel 2018 la prima segnalazione nel Parco Nazionale d’Abruzzo dopo 40 anni, presenza confermata quest’anno). A inizio 2019 è ricomparsa anche in Friuli Venezia Giulia, probabilmente in espansione dall’Austria, come già ipotizzato per il ritorno del Castoro nella stessa regione. La Lontra essendo legata all’ambiente acquatico, sia fluviale che lacustre, soffre particolarmente l’inquinamento delle acque e le modificazioni ambientali come l’estrazione di materiale dai greti o la cementazione delle rive; in passato era anche cacciata per la pelliccia e perchè vista come specie nociva per gli allevamenti ittici.

Daniele Capello

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