Le aree umide della pianura padana sono importantissime zone per la salvaguardia delle specie vegetali e animali. In un territorio un cui la natura è ridotta all’osso, soffocata dall’agricoltura intensiva, dalle aree urbane e industriali e dalle reti stradale e ferroviaria, le oasi protette sono un luogo di rifugio insostituibile.
Nella pianura cuneese l’Oasi di Crava Morozzo adempie in maniera ottimale questo compito. Ricadente nei comuni di Morozzo (nota anche per i capponi) Rocca de’ Baldi e Mondovì, quest’area protetta tutela sia alcuni ambienti umidi che un bosco di notevole valore. Oasi della LIPU e ora sotto la gestione dell’Ente Aree protette Alpi Marittime, Crava Morozzo ha una superficie di 298 ettari ed è dotata di una foresteria e diversi capanni di osservazione, con un inusuale capanno semisommerso per osservare alcune specie ittiche. Lungo i suoi sentieri si passa dal bosco alle aree aperte, all’affaccio sul torrente Pesio e alla centrale idroelettrica che ha superato il secolo di storia.
Sono però i laghetti artificiali di Crava e di Morozzo e i vari stagni attigui a contribuire maggiormente alla biodiversità dell’Oasi che conta oltre 150 specie di uccelli, molte appartenenti ai gruppi delle anatre e degli aironi, ma anche mammiferi come il ghiro e diverse specie di rettili, anfibi e insetti come farfalle e libellule.
Daniele Capello