Lo scempio e l’allegoria del Vittoriano di ROMA: tutto quello che non si sapeva

I romani chiamano il Vittoriano “macchina da scrivere” per la forma che ha, e molti lo reputano brutto e lo associano al fascismo.

In realtà non ha nulla a che vedere né con Mussolini né con il ventennio della sua dittatura perché il progetto risale agli ultimi anni del 1800, molto prima che il Duce si insediasse come capo dello stato.

Per il progetto del Vittoriano fu indetto un concorso pubblico, vinto da Giovanni Sacconi, giovane architetto  che proponeva un’opera ambiziosa e di forte valenza simbolica. Tuttavia c’era un problema pratico. Per la realizzazione, occorreva disporre di un grande spazio aperto, e nel centro di Roma non c’era un’area abbastanza ampia per ospitarlo.

Fu così quindi che tramite espropri e distruzioni ai danni degli antichi edifici medievali, si fece spazio alla costruzione del Vittoriano. Tra gli altri, venne demolito il convento di Santa Maria in Ara Coeli e numerose altre abitazioni che si trovavano sul fianco del Campidoglio.

Questo scempio di ignoranza storica, insieme all’orrida distruzione del quartiere alessandrino per farci su via dei fori imperiali, spiega il perché della quasi assenza di edifici medioevali nel centro di roma. Su via dei fori imperiali residuano tracce di alcuni resti di questi antichi edifici medievali. Qualche mal tenuto residuo  di architettura e affreschi è ancora presente alla sinistra del monumento, esposto alle intemperie e al sole. Una piccola costruzione superstite, si ubica alla destra del vittoriano, schiacciata da questo, ai piedi della scalinata che porta al campidoglio. Questo edificio è tristemente ignorato dai turisti che non si rendono conto della sua estrema importanza come testimonianza della Roma medievale. Per altro si può apprezzarne l’ingegno architettonico essendo case a più piani (3 o 4).  Sono state quindi snaturate e distrutte due piazze, abbattuto il palazzo dei principi Torlonia per fare spazio all’attuale aiuola antistante il monumento, e spostato (dopo abbattimento) il palazzotto adesso ricollocato al lato di palazzo Venezia, e tutto il quartiere antico di botteghe e case che testimoniavano l’alta ingegneria medievale, sviluppandosi in più piani.

Per terminare l’Altare della Patria occorsero ben 25 anni, poiché occorreva fare spazio e ricollocare in nuove abitazioni tutte le persone che vivevano lì. L’inaugurazione avvenne ufficialmente nel 1911.

L’Altare della Patria Roma ripercorre la storia d’Italia, del Risorgimento e della monarchia sabauda. Racchiude in sé un largo numero di simboli e riferimenti sia all’unità nazionale che alla cristianità, ha una grande valenza simbolica che riunisce in sé i valori dell’Italia risorgimentale.

Il complesso del Vittoriano é alto 81 metri e largo 135. Si distribuisce in 4 aree principali:

– La scalinata d’ingresso

– I due propilei laterali

– Il portico superiore con le colonne

– terrazzo superiore, accessibile grazie all’istallazione di un ascensore panoramico alle spalle del monumento dal 2007 da cui è possibile godere di un panorama davvero stupendo.

La costruzione dell’altare della patria è iniziata nel 1885 con Umberto I di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Lo scopo era quella di avere un monumento commemorativo estremamente simbolico per testimoniare i cambiamenti che il Paese stava attraversando.

La scelta di costruire il Vittoriano sul Campidoglio non è stata certo casuale. Questo monte è uno dei più importanti di Roma perché è qui che, secondo la leggenda, fu fondata la capitale d’Italia, e ancor prima vi sorgeva il tempio a Giove Capitolino, in parte ancora godibile nelle fondamenta dei musei capitolini.

Anche la scelta della posizione dell’Altare della Patria non è casuale. Simbolicamente fu deciso di porre il Vittoriano a pochi passi dal Colosseo perché rappresenta al massimo la Roma imperiale.

Inoltre rientra nel progetto di imporre il potere dell’Italia unita, in contrasto con quello temporale dei Papi, a suon di architettura. Questa imponente e alta a svettare su Roma, come anche qualche anno dopo, il palazzo di Giustizia vicino a Castel Sant’Angelo che era una prigione sotto il controllo del Vaticano e perciò simbolo di un potere religioso che ormai doveva lasciare il posto all’Italia unita e laica.

L’ Altare della Patria è ricco di significati allegorici.

Questo edificio rappresenta la Patria: ai due lati, dove sorge e tramonta il sole, vi sono due fontane che rappresentano il mar Adriatico ed il mar Tirreno. Le fontane segnano i “confini” del monumento così come i due mari delimitano la Penisola Italiana.

Al centro del Vittoriano si trova invece la statua equestre del re Vittorio Emanuele II sul cui basamento di marmo sono raffigurate le allegorie delle città italiane, i comuni su cui la patria si fonda.

In alto, sui due propilei(porticato colonnato antistante una struttura), troneggiano le scritte “PATRIAE UNITATI” e “CIVIUM LIBERTATI” ovvero “All’unità della patria” e “Alla libertà dei cittadini”, i due principi cardini di unità e libertà di cui si faceva promotore il nuovo Stato Italiano.

L’imponente edificio, che con le quadrighe raggiunge gli 81 metri di altezza, è tutto decorato da gruppi scultorei eseguiti da vari artisti che rappresentano i valori del popolo italiano: troviamo la Forza, il Diritto, l’Azione, la Concordia, il Sacrificio ed il Pensiero.

Al centro si colloca la tomba del Milite Ignoto, posta nel 1921 a monito e memoria dopo la Prima Guerra Mondiale. Sopra di questa troneggia la statua di Roma, sullo sfondo di un mosaico dorato a simboleggiare l’importanza della nuova capitale e la sua centralità geografica e politica. Sui due lati troviamo la rappresentazione dell’agricoltura e dell’industria, cioè il lavoro su cui poggia l’economia del Paese e l’amor patrio su cui si fonda la società.

All’interno del grande porticato di 16 colonne, invece sono raffigurate le regioni d’Italia. Questo è un dato curioso, poiché infatti mentre adesso le regioni d’Italia non sono 20, all’epoca del progetto, l’Italia era formata solo da 16 regiorni: non vi erano la Valle D’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, il Molise e il Trentino Alto Adige che furono aggiunte successivamente.

Ma c’è anche un’altra curiosità che non tutti conoscono.

Le colonne non sono tutte uguali. Infatti la loro creazione fu affidata a differenti artisti che rappresentassero la propria regione di provenienza.

I musei all’interno dell’Altare della Patria

L‘interno del Vittoriano, a differenza della terrazza, è visitabile gratuitamente. Qui ci sono vari musei, quali il Sacrario delle Bandiere, che custodisce tutte le bandiere dei reparti sciolti dell’esercito italiano; il Museo del Risorgimento Italiano che racconta le tappe fondamentali del Risorgimento italiano fino alla Prima Guerra Mondiale; la Cripta del Milite Ignoto, che é ospitata all’interno del Sacrario delle Bandiere ed ha una fortissima valenza simbolica. Questo luogo rappresenta infatti il sacrificio di milioni di soldati Italiani che hanno combattuto e dato la vita nella Prima Guerra Mondiale.

La salma che giace lì è un militare italiano, scelto tra migliaia di salme non identificabili e sepolto sotto la statua della Dea Roma nell’Altare della Patria.

di Marino Ceci

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