Sfida e Contrasto alle Falsità per Preservare la Scienza e la Società
Il fenomeno del negazionismo scientifico è sempre più diffuso nella società contemporanea. In ogni ambito, dall’argomento del riscaldamento globale alle questioni legate ai vaccini a quello del terrapiattismo, si trovano individui che negano la verità accettata dal consenso scientifico. Questi negazionisti sono onnipresenti sui social media, in televisione e persino nel nostro ambiente più intimo, tra amici, conoscenti e colleghi di lavoro. L’interazione con loro sembra spesso infruttuosa, in quanto le loro argomentazioni si caratterizzano per essere totalmente prive di razionalità e fondamento. Tuttavia, ignorarli sarebbe un errore.
Lee McIntyre, studioso presso il Center for Philosophy and History of Science della Boston University, e autorevole figura nel campo del negazionismo scientifico, ha partecipato attivamente a una Convenzione internazionale dedicata ai sostenitori della Terra piatta, ha discusso dei cambiamenti climatici con i minatori della Pennsylvania e dei vaccini con i No Vax. Nonostante l’assenza di colleghi scienziati che lo affiancassero in tali occasioni, ha valutato che fosse comunque opportuno intraprendere tali confronti. McIntyre ha condiviso le sue esperienze anche durante il CICAP Fest 2022, evento di spicco nel quale ha offerto un contributo significativo.
I fratelli Mark e Chris Hoofnagle sono due studiosi americani che hanno identificato cinque difetti di ragionamento, o fallacie logiche, comuni tra i negazionisti. Le fallacie logiche sono ragionamenti che sembrano validi, almeno superficialmente, e per questo traggono facilmente in inganno, ma che contengono errori nel processo di ragionamento o nella struttura dell’argomento. Queste includono 1) il raccogliere solo prove che confermano le proprie idee, 2) l’aderire alle teorie del complotto, 3) il coinvolgimento in ragionamenti illogici, 4) l’affidarsi a falsi esperti e 5) l’insistere sul fatto che la scienza debba essere perfetta. Affrontare questi difetti può rivelarsi un metodo efficace per confutare le false convinzioni.
Per esempio, se qualcuno afferma che i vaccini non sono completamente sicuri, si può far notare che è irragionevole aspettarsi una sicurezza assoluta da qualsiasi medicinale, dato che nemmeno l’aspirina può garantire tale perfezione. Dietro a tali convinzioni può esserci una ideologia, che a sua volta può derivare da motivazioni politiche o religiose. Quando una persona si aggrappa tenacemente a una convinzione che entra in netto contrasto con le evidenze scientifiche, potrebbe preferire scartare completamente la scienza stessa, o definire vera scienza solo la sua ideologia, stigmatizzando come falsa scienza quella ufficiale che immancabilmente e malvagiamente avrebbe sempre “verità” da nascondere.
L’emergere di Donald Trump ha segnato un momento cruciale nel rifiuto dei fatti, non solo negli Stati Uniti, ma a livello globale. L’ex presidente degli Stati Uniti e i suoi sostenitori nei media e in campo politico hanno impiegato strategie di disinformazione per respingere informazioni scomode e diffondere falsità. Durante la sua campagna elettorale e durante il suo mandato, la quantità di menzogne è stata così vasta che i mezzi di comunicazione faticavano a tenere il passo, in quello che è stato definito “L’idrante della menzogna”.
Abbandonare la scienza stessa sarebbe un errore irreparabile, dato che è grazie ad essa che siamo riusciti a compiere progressi straordinari nel corso dei secoli. La scienza ha offerto risposte, risolto problemi e migliorato la qualità della vita di miliardi di persone in tutto il mondo. Ma come possiamo contrastare il negazionismo scientifico senza mettere a rischio l’identità delle persone? La chiave risiede nell’adozione di un approccio rispettoso e incentrato sul dialogo. Invece di attaccare direttamente le convinzioni del negazionista, è importante evidenziare sottilmente ma efficacemente l’incoerenza delle sue posizioni. Dobbiamo stimolare un senso di disillusione affinché il cambiamento possa trovare una via d’accesso.
Un metodo efficace che si è dimostrato valido è stato adottato da Lee McIntyre durante la Flat Earth International Conference del 2018. Nonostante la tentazione di confutare immediatamente gli argomenti dei terrapiattisti, McIntyre ha scelto di ascoltare e permettere loro di esprimere le loro opinioni. Solo il giorno successivo ha iniziato a porre domande sottili ma penetranti. Ha chiesto loro: “Quali prove potrebbero farvi cambiare idea?” o “Perché pensate che le prove attuali siano insufficienti?”. In questo modo, anziché attaccare frontalmente le loro convinzioni, li ha spinti a interrogarsi sulle basi delle loro posizioni. Ha sfidato le teorie del complotto, mettendo in discussione la fiducia che i negazionisti avevano in quelle prove. Attraverso un dialogo rispettoso e pacato, McIntyre è riuscito a seminare il dubbio nelle loro menti. Ha dimostrato che la scienza non è solo una serie di fatti e numeri, ma si basa sulla fiducia, che può essere costruita gradualmente. Ha dimostrato che l’ascolto, l’empatia e l’interconnessione sono elementi fondamentali per instaurare un dialogo significativo. Tuttavia, è importante considerare che non tutti i negazionisti saranno disposti a cambiare idea. Alcune persone potrebbero essere così profondamente identificate con le loro convinzioni che modificarle significherebbe minare la loro stessa identità. In questi casi, è essenziale avere pazienza e rispetto, senza mai cadere nella derisione o nell’insulto.
Quando si parla di “verità alternative”, è fondamentale considerare il contesto politico e sociale in cui queste idee si diffondono come erbacce infestanti. Partendo dall’istruzione come fondamento solido, dobbiamo insegnare ai giovani a valutare prove, pensare criticamente e distinguere tra opinioni personali e la vera scienza. La divulgazione scientifica coinvolgente è la chiave per l’accessibilità alla scienza e contrastare la disinformazione. Le politiche pubbliche devono sostenere decisioni basate sul metodo scientifico e garantire l’indipendenza delle istituzioni scientifiche. Le piattaforme dei social media devono assumersi la responsabilità di limitare la diffusione di contenuti falsi, educando gli utenti a verificare le fonti e mantenere uno spirito critico online.
Infine, dobbiamo affrontare le disuguaglianze sociali che alimentano la propagazione di “verità alternative”. Quando l’economia è squilibrata e le persone si sentono escluse, si crea un terreno fertile per la sfiducia nelle istituzioni e nella scienza. Per sradicare questo problema, dobbiamo mettere in atto politiche che promuovano l’inclusione, al fine di ridurre la polarizzazione e far rinascere la fiducia nella scienza.
Fonti: