L’informazione è sotto attacco

La redazione di Animal Equality Italia ha diramato una nota per informare che alcune organizzazioni di categoria che proteggono gli interessi dei produttori di carne, quali Assica, Assalzoo, Assocarni, Una Italia, Unica, Carni Sostenibili, hanno inviato una lettera alla Rai e al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova per accusare trasmissioni “animate da personalistica volontà di propagandare un modello di vita alternativo a quello comunemente diffuso e di saturare i telespettatori con informazioni imprecise, frammentate e non contestualizzate”.
Animal Equality Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, Greenpeace Italia, Humane Society International Italia, LAV e Legambiente hanno considerato inaccettabili e gravissime tali accuse e hanno inviato a loro volta una lettera aperta al Presidente e al Consiglio d’Amministrazione della Rai perché, si legge, – “Nessuno può mettere a tacere la libera informazione, specialmente se è informazione di interesse per la salute di tutti”.
La solidarietà espressa è nei confronti  di Sabrina Giannini, conduttrice di Indovina chi viene a cena, di Mario Tozzi conduttore di Sapiens, Luca Chianca e Sigfrido Ranucci di Report (trasmissioni di RAI 3), ma anche per tutti i giornalisti che si occupano di portare alla luce scomode verità, come l’impatto ambientale e il problema sanitario legato agli attuali consumi di carne e al metodo di allevamento intensivo.

In particolare, la trasmissione Sapiens, sabato 28 marzo, ha mandato in onda il servizio “I divoratori del pianeta”, in cui si è parlato di come la produzione di carne su scala globale contribuisca a deforestazione, inquinamento, danni alle riserve idrogeologiche e ai terreni, oltre che alla perdita di interi habitat naturali che da sempre sono elemento fondamentale del nostro ecosistema.
Il giorno successivo e poi domenica 5 aprile, nella trasmissione Indovina chi viene a cena,si è parlato di come le conseguenze dell’impatto ambientale delle produzioni animali favoriscano la diffusione dei virus e di come l’enorme utilizzo di antibiotici somministrati agli animali negli allevamenti sia collegato all’antibiotico resistenza, ovvero la resistenza dei batteri agli antimicrobici conosciuti e utilizzati per combattere le infezioni anche negli esseri umani.
I giornalisti, – fa sapere Animal Equality – per realizzare le rispettive inchieste, si sono basati su dati ufficiali e interviste a esperti e professionisti.
A seguire, anche Sigfrido Ranucci e il giornalista Luca Chianca sono stati attaccati da Coldiretti e Cia – Agricoltori Italiani per il servizio andato in onda lunedì 13 aprile in cui è stato approfondito il tema dello smaltimento dei liquami animali, che producono grandi quantità di ammoniaca e nitrati contribuendo così  all’inquinamento atmosferico, soprattutto nella regione Lombardia, un fattore che sembrerebbe favorire  la diffusione dei virus e l’insorgere di malattie respiratorie.
Tutto ciò non è piaciuto ai senatori leghisti Gian Marco Centinaio e Giorgio Maria Bergesio i quali, con l’intento di zittire giornalisti scomodi, hanno dichiarato ironicamente «Appare fondamentale capire se questi servizi ledono il made in Italy e contribuiscono al boicottaggio dei prodotti nazionali».

Le inchieste che hanno carattere di pubblica utilità non possono essere condizionate da interessi di categoria essendo la RAI un servizio pubblico pagato da tutti i cittadini e le trasmissioni non dovrebbero essere  influenzate da chi si sente danneggiato nei propri affari. Pertanto, «Chiedere di far tacere dei giornalisti, o impedire che trattino specifici argomenti è inoltre contrario al concetto di libertà d’informazione, su cui è basata ogni vera democrazia».
In questo momento è più importante che mai poter contare su una informazione veritiera, onesta e indipendente.

Bruno Cimino

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