L’inaccettabile cambiamento climatico

by Bruno Cimino

Tempo fa intervistando per il nostro giornale un artista molto versatile gli chiesi “Se dovesse esprimere un pensiero sociale legato alle ispirazioni delle sue produzioni artistiche, quale sarebbe? La risposta non mi stupì perché inconsciamente avrei desiderato ascoltare ciò che disse: “La necessità di contemplare la totale bellezza della natura, umana e paesaggistica”.

Purtroppo l’uomo desidera vivere un certo tipo di esistenza, ma è obbligato a subirne un’altra.

Si potrebbe migliorare il mondo aumentando i differenti contributi che provengono da diversi settori dello scibile: l’artista contribuisce ad alimentare la vita con espressioni che ci danno emozioni, l’insegnante semina cultura, lo scienziato ha forse da parte sua le responsabilità maggiori dovendo curare le malattie del corpo e della mente, e così via. Ma quali sono quelle compagini avverse che contaminano il benessere comune, così deleterie da farci trovare sul baratro dell’estinzione totale? E perché?

Tutto ci porta a puntare il dito su chi ci governa e comanda, politici e lobby. 

Prima dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin che ha monopolizzate l’attenzione internazionale, ci sono stati dei singoli con un po’ di buon senso che hanno cercato di operare per risanare la vita sulla terra seguendo i consigli allarmati degli scienziati i quali ci dicono che stiamo imboccando una strada senza ritorno, ma sono in tanti coloro che remano contro, per ambizione e avidità. 

Al Gore, ad esempio, dichiarò: “L’azione sul clima favorisce l’industria, promuove l’innovazione, riduce il potenziale dei conflitti, spinge la crescita economica, ma soprattutto assicura la sostenibilità e la proprietà della nostra civiltà per le generazioni future”.

Meglio Barak Obama quando disse che “Ci siamo allineati sul grande accordo di cui il mondo aveva bisogno. Abbiamo trovato la via per lasciare ai nostri figli un mondo più sicuro, più prospero, più libero. È questa la missione più importante che abbiamo nel breve tempo della permanenza su questa terra”.

Bastian contrario Donald Trump quando decise che “Gli Stati Uniti si ritireranno dagli accordi di Parigi sul clima (che prevedono l’impegno di mantenere le emissioni dei gas tali da non portare l’aumento della temperatura oltre 1.5°). Usciamo dagli accordi, cominceremo a negoziare, vedremo di trovare un nuovo accordo. Se lo troveremo bene, altrimenti bene lo stesso”.

Difficile comprendere il programma di Angel Merkel che prevedeva: “Entro il 2030 le emissioni di CO2 del 55% rispetto ai dati del 1990 ed entro il 2050 raggiungere l’impatto zero sul clima”. Oggi si parla che dopo il 2035 sarà vietato costruire auto a benzina e diesel.

Più deleteria la posizione di Ursula von der Leyen che disse: “L’unione Europea guiderà i negoziati internazionali per aumentare il livello delle ambizioni delle altre grandi economie già a partire dal 2021, perché per raggiungere degli effetti reali non dobbiamo essere ambiziosi solo a casa nostra, ma il mondo intero deve muoversi in modo unitario”. Da quel che si vede siamo ancora a “caro amico ti scrivo”.Dall’imperialista Putin non ci si poteva aspettare altro se non che già prima di invadere l’Ucraina, aveva dichiarato: “Nessuno ha spiegato a Greta Thunberg che il mondo moderno è complesso problematico e cambia rapidamente. Le persone in Africa e in molti paesi asiatici vogliono essere ricche quanto le persone che stanno in Svezia”.

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