L’importanza dell’empatia

L’IMPORTANZA DELL’EMPATIA

Ci sono momenti della nostra giornata in cui abbiamo la sensazione di non essere ascoltati, di essere trasparenti anche in mezzo ad una folla. E’ una condizione interiore comune a tutti, che però affrontiamo nei modi più disparati a seconda della personalità e di molte altre ragioni legate all’esperienza personale, al bagaglio di cose vissute.

Questa sensazione infelice può essere vissuta in due contesti relazionali:

  1.  In ambito fisico, ovvero in famiglia, con gli amici, al lavoro o in luoghi pubblici vari.
  2.  In ambito virtuale, quindi all’interno di tutti i movimenti social.

 In ogni caso possibile, la condizione rimane identica, mentre a mutare sono le reazioni ed i comportamenti, così, se questo disagio viene sentito all’interno di un’aula scolastica, qualsiasi reazione legata a quel contesto che potremmo ipoteticamente definire isolamento, oppure spavalderia, azioni fisiche aggressive o espressioni di tipo verbale, verrà a sua volta valutato dall’educatore ed affrontato attraverso tutta una serie di interventi. Per esempio, sarebbe possibile guardare negli occhi quell’allievo, inviandogli  determinati messaggi non verbali importanti, chiamarlo in disparte o coinvolgerlo nell’ambito di un dibattito di gruppo.

Se lo stesso disagio si manifestasse in un contesto virtuale, tutto sarebbe affidato alle circostanze, poiché non sappiamo chi si troverebbe ad assistere ad una data provocazione, un commento sbagliato oppure offensivo. Non sappiamo se chi riceve quella provocazione sarà come quell’educatore che si trova in aula e che guarderà negli occhi dello studente o se, al contrario, si tratterà di un soggetto privo di empatia, la cui reazione potrebbe peggiorare la situazione di disagio dello studente in questione.

Il contesto reale e quello virtuale avranno vantaggi e svantaggi legati alla percezione. Un video pubblicato nel quale una donna viene picchiata, è senza dubbio scioccante e più incisivo di una violenza che avviene all’interno delle mura domestiche, che lo studente esprime in aula e che, con tutta la buona volontà dell’educatore, potrebbe restare nel silenzio per sempre o non essere presa in considerazione.

L’esempio dello studente è soltanto un aspetto delle molteplici situazioni di vita che ci troviamo ad attraversare nel tempo e nei diversi contesti storici, sociali e personali.

Comprendiamo in questo modo che il luogo o la dimensione in cui si esplicano i comportamenti e si esprimono le emozioni, è determinante circa la comprensione che ne deriva e la maniera in cui agire su di essi.

In questo libro descrivo con estrema semplicità come riconoscere il disagio provocato da manifestazioni come l’omertà, l’indifferenza, la mancanza di empatia. Quando camminiamo lungo una strada, il nostro sguardo fa caso a ciò che desta in noi maggiore interesse. Se siamo appassionati di biciclette, non ci sfuggiranno coloro che pedalano o appoggiano la propria bici accanto alla panchina. Se amiamo i bambini, li vedremo ovunque. Se abbiamo particolare tenerezza per gli anziani, ci sembrerà di incontrarli dappertutto. L’empatia è una sorta di costante compartecipazione che non ammette per natura distrazioni circa gli eventi che si rivelano intorno a noi. La distrazione è una conseguenza del disinteresse e dell’ignoranza da parte di colui che appunto ignora.

Qualsiasi momento nel quale ci troviamo, sia esso la piazza di un borgo o un canale di YouTube, avremo sempre a che fare con un partecipante attivo e uno passivo, uno consapevole e un altro assopito, uno cosciente e un altro incosciente.

Sviluppare empatia diventa urgente, se pensiamo che passeggiando, oltre alla vetrina di un negozio o alla vista di una bicicletta, potrebbero concretizzarsi avvenimenti agghiaccianti, come il maltrattamento di un cane ( vi esorto a leggere questa storia realmente accaduta che ho riportato in questo racconto commovente adatto sia agli adulti che ai bambini; clicca qui ), lo scippo ad un anziano, un atto vandalico rivolto ad un bene culturale pubblico, eccetera.

Interiorizzando i problemi sociali alla stregua degli hobby e degli interessi personali, riusciremmo il più delle volte a cogliere qualsiasi situazione anomala. Sono le nostre pigrizie, il nostro egoismo, la mancanza di coraggio, che comportano danni e violazioni talvolta irrimediabili, come gli omicidi o l’omertà stessa, quella che fa arrestare gli innocenti lasciando in libertà i colpevoli.

In conclusione, è esattamente il nostro grado di empatia che può determinare il destino di una qualsiasi esperienza vissuta o assistita.

Da cosa dipende? Dal nostro impegno personale, dalla nostra applicazione, dalla scelta di migliorarci o restare ai margini di un’esistenza piatta.

In che modo è possibile tutto ciò?

1 Evitando di fidarci delle masse, ma filtrando tutto senza il pregiudizio che uccide la verità. Ma se chattiamo senza leggere, se ci addormentiamo di fronte alle serie tv senza commuoverci al di fuori di queste, non faremo progressi. Il vento trasporta il polline ovunque, ma senza l’ape laboriosa sarebbe cibo per mosche.

2 Documentandoci, facendo ricerche, cercando le fonti, che non sono su facebook, ma sui testi o come risultati di esplorazioni dirette, viaggi, interviste, letture approfondite.

Le mosche sono portatrici di quel disagio menzionato  all’inizio, hanno l’angoscia dello studente, quello che cattura l’attenzione del suo educatore empatico o le aggressioni gratuite all’interno di un social network. L’ape contribuisce alla vita, è consapevole, attenta, utile. Il nostro modo di agire nei riguardi di qualsiasi sofferenza  e di ogni forma di devianza, determinerà l’aggiunta di un mattone o la sottrazione di quel mattone, per la costruzione o la distruzione del benessere sociale.

Eleonora Giovannini

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