Ѐ un batterio che popola lo stomaco di alcuni esseri umani e interagisce in maniera complessa con l’organismo.
L’esistenza dell’Helicobacter pylori è stata per la prima volta intuita già nel 1875, ma solo nel 1982 si è riuscito ad isolare e ad iniziare a studiare questo batterio. Ha come unici ospiti gli esseri umani, per cui la sua trasmissione avviene necessariamente tra essi per via orale o oro-fecale, e vive all’interno dello stomaco, interagendo con l’organismo in maniera complessa. Ѐ l’unico batterio in grado di resistere per anni nell’ambiente estremamente acido dello stomaco umano e si può facilmente individuare attraverso analisi del sangue, delle feci o del tessuto gastrico.
Gli studi hanno chiaramente messo in evidenza che i soggetti in cui è presente l’Helicobacter pylori hanno, da una parte, maggior rischio di sviluppare ulcere e tumori gastrici, dall’altra, risultano meno esposti ad infiammazioni e tumori nell’esofago. La spiegazione è legata al modo in cui il batterio interagisce con l’organismo: l’alta acidità dello stomaco è nociva per esso, per questo motivo secerne una proteina che infiamma le mucose gastriche comportando come conseguenza la riduzione dell’acidità stessa. Questo fenomeno espone maggiormente lo stomaco a ulcere e tumori, a causa dell’infiammazione, ma allo stesso tempo protegge l’esofago da un’eccessiva acidità che è causa di diverse patologie.
La presenza del batterio va progressivamente diminuendo, in quello che sembra un vero e proprio processo di estinzione, che interessa in maniera nettamente superiore i paesi più sviluppati in relazione al maggior igiene e all’uso più ampio di antibiotici. Questo fenomeno rappresenta un campanello di allarme che mette in evidenza l’importanza di fare attenzione all’interazione tra le sostanze che assumiamo e la sopravvivenza dei batteri probiotici nel nostro organismo (come ad esempio l’escherichia coli).
Helicobacter pylori pare influenzi anche l’alimentazione. Lo stomaco, infatti, produce due ormoni, la leptina che da senso di sazietà, e la grelina, che stimola ad alimentarsi, generando la sensazione della fame. Dato che molti soggetti che hanno fatto una terapia antibiotica, al fine di eliminare il batterio, hanno registrato un aumento ponderale, si deduce che esso favorisca la produzione della prima sostanza, o comunque la sua diffusione nel corpo.
L’Helicobacter pylori può avere effetti sia positivi che negativi sull’organismo. La sua utilità o meno per il corpo umano, dunque, dipende da fattori contestuali come età e predisposizione genetica verso alcune malattia gastriche. Gli studi su di esso mettono particolarmente in evidenza quanto sia delicato l’equilibrio che regola l’interazione tra il nostro organismo e i batteri che lo popolano.
Glenda Oddi
Bibliografia:
-Blaser M.J. e Atherton J.C., Helicobacter pylori Persistence: Biology and disease, in “Journal of Clinical Investigatin”, vol. 113, n.3, pp. 321-333, febbraio 2004.
-Blaser M.J. e Kirschner D., Dynamics of Helicobacter pylori Colonization in Relation to the Host Response, in “PNAS”, vol. 96, n.15, pp. 8359-8364, Luglio 1999.