Caso Sangiuliano: l’ex ministro indagato per peculato: di cosa si tratta?
Sono ormai parecchi giorni che l’attenzione della pagina politica dei quotidiani italiani è rivolta alle vicende che vedono come protagonisti l’ex Ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia. Non si sa bene se sia questa la ragione ma fatto sta che il Piano strutturale di Bilancio che doveva essere inviato a Bruxelles sulla base del Patto di Stabilità entro il 20 settembre non è ancora pronto e slitterà a ottobre.
La questione giudiziaria che vede coinvolto l’ex ministro Sangiuliano ha assunto toni sempre più rilevanti a seguito del fatto che per l’ex ministro è attualmente indagato per il reato di peculato e rivelazioni di segreto d’ufficio.
Per Maria Rosaria Boccia invece è stata decisa l’interdizione dalla Camera.
Ma vediamo in cosa consiste il reato di peculato. Si tratta del reato descritto dal codice penale con il quale il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che abbia per ragione del suo ufficio o servizio, il possesso o la disponibilità di denaro altrui, se ne appropria indebitamente. L’autore del reato è punito con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi.
Affinché vi sia il reato, la disponibilità del denaro deve essere strettamente connessa all’incarico ricevuto e la stessa deve essere al di fuori della sfera di vigilanza altrui.
La differenza rispetto al reato di concussione sta nel fatto che, mentre nel peculato abbiamo un’appropriazione indebita da parte del pubblico ufficiale, nel reato di concussione invece, il pubblico ufficiale costringe un’altra persona a farsi dare o premettere denaro.
Tornando ai fatti di cronaca giudiziaria, anche se l’avvocato dell’ex ministro Sangiuliano dichiara trattarsi di un atto dovuto, la situazione è divenuta particolarmente scottante. A questo punto, data la carica ricoperta, il fascicolo verrà trasmesso al Tribunale dei ministri.
Tra l’altro, a seguito dell’accaduto, anche la Corte dei Conti si è attivata per effettuare accertamenti in merito all’eventuale presenza di un danno erariale.
Manuela Margilio