In questi giorni si tiene a Bruxelles il summit di capi di stato Ue, cui prenderà parte anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi.
In merito alla questione in Ucraina, il parlamento europeo approva con 529 a favore, 45 contrari e 14 astenuti la relazione in cui chiede di concedere immediatamente lo status di Paese candidato Ue all’Ucraina ed alla Moldavia.
La relazione indica la volontà dell’aula anche di concedere lo status alla Georgia, una volta completate le riforme necessarie. I deputati sottolineano “che non esiste una procedura accelerata per l’adesione all’Ue” e che questa rimane “un processo strutturato e basato sul merito”.
L’Ucraina e la Moldavia hanno ottenuto lo status di candidato all’Unione Europea, a quattro mesi dall’invasione da parte dell’esercito russo.
Sul fronte Balcani, il premier albanese Edi Rama si pronuncia coì: “È una vergogna che un paese Nato, la Bulgaria, prende in ostaggio altri due paesi Nato, la Nord Macedonia e l’Albania, nel pieno di una guerra nel nostro cortile di casa e che altri 26 paesi restano fermi e impotenti. Non cambiamo la rotta, costruire l’Europa in casa nostra, perché non c’è altra opzione al percorso d’integrazione”, ha sottolineato. “È cosa buona dare lo status di candidato all’Ucraina ma spero che il popolo ucraino non si faccia troppe illusioni”. “È un nuovo giorno in Europa ma non in Bulgaria! Che vergogna per l’Europa questa vicenda bulgara!”, ha precisato Rama. L’avvio dei negoziati di adesione di Albania e Macedonia del Nord è bloccato dal veto di Sofia per una controversia identitaria con Skopje.
A tali affermazioni, l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell risponde così: “Non siamo dove dovremmo essere sui Balcani, oggi dovremmo lanciare le negoziazioni con Albania e Nord Macedonia e non posso non nascondere il dispiacere: c’è ancora speranza”.