Fino all’anno scorso, non avevo capito bene, né la differenza tra un frullatore ed un estrattore, né l’utilità di tenersi in cucina l’ennesimo attrezzo elettrico ingombrante, mentre ero abbastanza convinta che la sua diffusione planetaria fosse una questione di moda.
Poi ci è stato regalato. Così, per onestà intellettuale, prima di confinarlo in qualche angolo remoto della casa, ho deciso di tenermelo, per mettere alla prova le sue potenzialità e verificare se, viste le sue notevoli dimensioni e la pazienza che occorre per lavarlo, ne valesse veramente la pena. Ma come funziona? Diversamente dal frullatore, dall’estrattore esce solo succo, più o meno denso, in base agli ingredienti usati, quali frutta o verdure. Il vantaggio è che, dopo averli accuratamente lavati, non c’è bisogno di pelarli, né di togliere i semi, perché questi vengono automaticamente convogliati nel contenitore degli scarti. Inoltre la bassa velocità di spremitura dell’estrattore, consente di mantenere inalterate le sostanze nutrienti, i sali minerali e le vitamine. Il “mese di prova”, il nostro estrattore l’ha superato alla grande, non solo: farsi un succo personalizzato è diventato una coccola quotidiana, a colazione, tempo permettendo o a metà pomeriggio. Sappiamo che il modo più salutare che esista è consumare frutti e vegetali così come sono, con tutta la loro polpa e le loro fibre integre. Ma nella giornata di una famiglia, specie se ci sono bambini, per pigrizia o mancanza di tempo, non si riuscirebbe ad assumere tutta quella frutta, tanto meno quelle verdure se, invece di berle, venissero mangiate. Già, perché dentro un solo bicchiere di quel succo fatto in casa, ritroviamo ad esempio una pera più una carota, più qualche chicco d’uva, volendo anche un pezzo di radice di zenzero. Un bello e sano spuntino! E le combinazioni sono infinite.
L’estate e l’autunno scorso sono stati così prodighi di frutta in campagna che, non sapendo più a chi regalarla, se non era per l’amico estrattore, sarebbe andata persa. È così che fino ad ora, mese di marzo, abbiamo fatto i nostri bei succhi di cachi, melagrane, mele, ormai bruttine da vedersi, piccole o raggrinzite, scomode da pelare. Che bella soddisfazione aver dato loro l’opportunità di un gran bel finale! E che bontà quel succo coloratissimo!
Ma che succederà tra poco con le fragole, le albicocche e le prugne? Per ogni succo un’avventura!
Maria Cristina