La ricerca paleontologica in Italia ha recentemente ottenuto ottimi risultati con nuove interessanti scoperte pubblicate nelle scorse settimane. Dopo le tracce fossili del rettile preistorico Isochirotherium gardettensis rinvenute sull’altopiano della Gardetta in provincia di Cuneo, di cui ho scritto qualche settimana fa, ora tocca a Cremona salire agli onori della cronaca scientifica.
Infatti nei pressi della città lombarda, all’interno dei depositi alluvionali lungo il fiume Po, è stata rinvenuta una emimandibola appartenente a un Leone delle caverne (Panthera spelaea). Il rinvenimento del reperto fossile è avvenuto nel 2017 e solo nei giorni scorsi sono stati pubblicati sulla rivista Quaternary International i risultati dell’analisi che si sono rivelati molto interessanti. Si tratta infatti del primo rinvenimento in Italia della cronosubspecie P. s. intermedia, una delle tre conosciute di Leone delle caverne. Inoltre si tratta del primo rinvenimento in ambiente di pianura, in quanto finora questa specie era stata ritrovata solo in ambiente di grotta su Alpi e Appennini. Comparando i denti dell’emimandibola rinvenuta con i dati morfometrici pre-esistenti, in particolare il molare M1, è stato possibile ipotizzare che l’individuo potesse essere una femmina subadulta di oltre 130 Kg.
La scoperta contribuisce così al completamento del quadro faunistico dell’epoca quaternaria della Pianura padana, in cui il Leone delle caverne risulta il vertice della piramide alimentare, essendo al momento l’unico superpredatore conosciuto di quel periodo, in cui vivevano anche l’Uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis) e l’Homo sapiens.
Daniele Capello