Lella Lombardi, l’unica donna a fare punti in Formula Uno

Lella Lombardi era nata nell’alessandrino e da bambina guidava l’auto del papà 

“Come ho iniziato a guidare? Da piccola mio papà, per farmi stare brava, mi teneva in grembo mentre guidava e mi faceva tenere il volante. Ho imparato così ad amare le automobili”. 

Chi parla è Maria Grazia Lombardi, ben più nota come Lella, l’unica donna ad entrare in classifica punti in un Gran Premio di Formula Uno. Unica donna pilota ad aver gareggiato in 17 gran premi mondiali e ad aver raccolto successi in una moltitudine di altre gare automobilistiche. Lella Lombardi nacque il 26 marzo 1941 a Frugarolo, in provincia di Alessandria, ci lasciò a 51 anni. 

Sin da ragazzina si mise in evidenza, attirando le simpatie e l’affetto degli abitanti del piccolo paese di nascita, a metà strada tra la città che respinse Federico Barbarossa (Alessandria) e la capitale del cioccolato (Novi Ligure), sfrecciando con un motorino per le vie del borgo e i sentieri della campagna.  

Un suo amico la accompagnò a Morano Sul Po, dove c’era una pista sulla quale si correva la Formula Escort. Prima ancora aveva guidato i go karts, passaggio obbligato per la stragrande maggioranza dei piloti. “La prima auto da corsa l’ho comprata a rate, di nascosto da mio papà, che non voleva che gareggiassi, nell’acquisto mi aiutò anche mio cognato”

Nel 1965 Lella Lombardi, sguardo furbescamente timido, occhi vispi e capelli corti e scapigliati, partecipa alla sua prima gara ufficiale, nella formula Monza, mentre nel 1974 debutta alla Formula 5000: parliamo di competizioni con bolidi particolarmente potenti. Le 5mila non erano tanto diverse dalla Formula Uno, anzi: così un importante manager le propose di passare alla massima categoria delle vetture monoposto, portandola nella scuderia inglese della Brabham. “Col passaggio in F1 ho coronato il mio sogno, e, solo per questo, posso considerami una donna fortunata”.

L’inizio non fu esaltante, visto che non riuscì a qualificarsi per il Gran Premio d’Inghilterra. 

Nel 1975 ci riprova con la massima categoria: su una March, sponsorizzata dalla Lavazza, fa subito capire che metterà a dura prova la così detta supremazia dei colleghi maschi ed in conferenza stampa afferma in modo esplicito il clima di astio che c’è contro di lei. “La F1 è una categoria adatta alle ragazze? Se corro io vuol dire di sì; non è questione di genere, ma di allenamento”. 

In quell’anno riesce a qualificarsi al Gran Premio del Sudafrica:  dopo Maria Teresa De Filippi (pilota degli anni cinquanta) è l’unica donna a  correre una gara di F1. 

Poi c’è il Gran Premio di Spagna, a Barcellona: è il 27 aprile del 1975,  Lella Lombardi, sul circuito del Montjuich e a bordo di una March 751, riesce a qualificarsi per la gara, a 7” dalla pole di Niki Lauda. Il tracciato misurava 3.791 metri, al 25° giro scoppia il dramma: la Hill del pilota tedesco Rolf Stommelen perde l’alettone, l’instabilità fa piombare l’auto sulla folla. Sono quattro i morti e diversi i feriti, tutti tra il pubblico. Quattro giri dopo la direzione di gara decide di fermare la corsa: ai piloti è assegnato un punteggio dimezzato. Lella Lombardi a quel punto era sesta, dietro a Jochen Mass, Jacky Ickx, Carlos Reutemann, Jean Pierre Jarier e al suo amico Vittorio Brambilla. Conquista così mezzo punto ed entra nella storia dello sport, diventando fino ad ora l’unica donna ad aver centrato la zona punti in un GP di Formula Uno.  

Lella Lombardi continuerà la propria carriera nel mondo dei motori, ottenendo ottimi risultati nelle serie minori, dimostrando sempre carattere, senso della strategia e tanta umiltà. 

Nel 1986 le viene diagnosticato un cancro, la operano e lei, ancora con i punti “freschi”, decide di partire per la Spagna per l’ennesima gara. 

Nel 1988 si ritira dalle competizioni diventando team manager, ma nel 1992 il male ritorna, feroce ed aggressivo. Viene ricoverata al San Camillo di Milano (città dove abitava ormai da tempo) e, poco dopo mezzogiorno del 3 marzo di quell’anno, muore.

Nessuna è più riuscita a bissare i risulti di questa pilota, quindi possiamo dire che è entrata di diritto nella leggenda. 

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