In una società in cui si combatte sempre più all’invecchiamento, la ricerca punta tutto sui meccanismi che lo regolano.
E’ per questo che due studi hanno fatto luce sull’invecchiamento delle tartarughe.
I rettili dell’ordine Testudines, quindi tartarughe e testuggini, hanno vite lunghissime durante le quali sembrano non invecchiare mai.
Due diversi studi entrambi pubblicati su Science approfondiscono questa peculiarità delle tartarughe, per comprendere se esse sono portatrici del segreto per non invecchiare.
Il primo studio ha messo a confronto i tassi di invecchiamento di 77 specie diverse, non solo di tartarughe ma anche di serpenti, coccodrilli e diversi anfibi. Tartarughe e testuggini sono risultate essere quelle con i tassi di invecchiamento più lenti: infatti quando diventano adulte, e quindi dopo la prima volta che si riproducono, il loro corpo rallenta o ferma del tutto i processi di invecchiamento cellulare che sono alla base dell’invecchiamento generalizzato.
E’ così che una tartaruga di 90 anni non è molto diversa da una di 30, e può continuare a fare le stesse cose che faceva sessant’anni prima perché il suo corpo non si è “deteriorato”.
L’autrice dello studio Beth Reink individua il segreto delle tartarughe nel loro carapace protettivo e nella loro scarsa attività: “Sono animali che non vengono mangiati da altri animali, e quindi è molto probabile che invecchino: questo a sua volta ti spinge a invecchiare più lentamente”. Inoltre, per le tartarughe, la probabilità di morire è la stessa a 10 e a 100 anni, a differenza degli esseri umani, non aumenta con l’avanzare dell’età.
Il secondo studio uscito su Science, poi, completa il discorso, dimostrando che per le tartarughe le condizioni ambientali sono direttamente legate alla senescenza: meglio stanno, più lentamente invecchiano. Dunque è da valutare se con il peggioramento delle condizioni climatiche non rischiano anch’esse di perdere il loro status di centenarie.