Le rondini italiane

Gli Irundinidi sono un gruppo di passeriformi che tutti conoscono, almeno la sua specie più rappresentativa: la Rondine. Tuttavia in Italia sono presenti 5 specie di questo Ordine, tutte nidificanti. Sono per aspetto tutte simili traforo ma con caratteri distintivi ben evidenti a un occhio allenato. 

La Rondine (Hirundo rustica) è la specie più diffusa, presente prevalentemente nelle aree agricole di tutta la penisola per quanto in calo demografico in alcune zone. Ha un dorso color nero-bluastro con gola rossa (chiara nei giovani) e ventre bianco-giallastro. Possiede una tipica coda biforcuta, ben evidente negli adulti.

Il Balestruccio (Delichon urbicum) ha una popolazione e distribuzione simile ma nidifica maggiormente in aree rupicole e in centri urbani. Il dorso è dello stesso colore ma presenta un’evidente area bianca tra dorso e coda (groppone) a differenziarlo dalla rondine. Ha inoltre coda più corta e parti inferiori più candide con gola bianca. A volte si ibrida con le rondini, dando vita a individui con caratteri intermedi.

Simile a loro è la Rondine rossiccia (Cecropis daurica), diffusa in maniera puntiforme lungo le coste e molto raramente nell’interno. Sembra una via di mezzo tra le due specie precedenti con groppone rossiccio (bianco nei giovani) e coda molto forcuta, gola chiara e un’area rossiccia dietro la nuca, tipica della specie. 

Il Topino (Riparia riparia) è invece legata ai corsi d’acqua: nidifica nelle pianure del Centro-Nord, in gallerie scavate nelle sponde fluviali come i Gruccioni e spesso in cumuli di terra temporanea come nelle cave. Ha un dorso color grigio-bruno e parti inferiori chiare con un tipico collarino scuro e coda corta.

Simile a quest’ultima è la Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris), unica specie non migratrice, diffusa perlopiù nelle aree alpine e appenniniche e nelle isole. Il colore generale è grigriastro, anche ventralmente, con coda molto corta dotata di piccole tacche bianche inferiormente ben visibili in volo.

Un altro modo per distinguere le varie specie è impararne i versi e i canti, ben diversificati o osservare i nidi, che hanno tutte forme differenti.

Daniele Capello

Articoli simili

La castagna, regina dell’autunno

Il Saltimpalo e lo Stiaccino

Quasi un letargo..