Le parole di Cantiello: ricercatore dell’INAF-Osservatorio Astronomico d’Abruzzo

Sarà capitato a tutti di alzare gli occhi al cielo incantati dallo spettacolo illuminato delle stelle e sarà capitato, ancora, di fantasticare sulle forme di una costellazione o sulla distanza di quei magici punti luce. Una magia che per un astronomo diventa scienza e mistero insieme e ancor di più se a parlarcene è Michele Cantiello, astrofisico specializzato nella misurazione delle distanze delle galassie.

Cantiello, ha una storia di successo e lo testimonia non soltanto il suo curriculum vitae ma soprattutto la sua grande umiltà. «La mia non è una storia particolare. Sono tanti i conterranei impegnati nella ricerca scientifica, in Italia come in giro per il mondo», dice. Ma c’è qualcosa di diverso nel suo percorso. Cantiello, ricercatore dell’INAF-Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, non viene dalle grandi città europee fornite di stimolanti occasioni di crescita e nemmeno da quello che potrebbe essere definito un ambiente protetto da college. Lo scienziato astronomo che ha pubblicato oltre 70 articoli scientifici, 48 dei quali sulle maggiori riviste internazionali di astrofisica e 20 come primo autore, è di Casal di Principe, il piccolo Comune della provincia di Caserta in Campania diventato suo malgrado ‘grande’ nelle cronache giudiziarie della camorra casertana. E basterebbe questo per definirlo ‘singolare’. Alle sue origini affida l’inizio di tutto. «Vengo da un territorio martoriato da eventi tristi, delittuosi, dolorosi e negativi ma anche un territorio che ha avuto e che ha una serie di risorse. Sono state proprio queste ricchezze ad avermi consentito -e non sono il solo- di studiare, come forma di ribellione, in contrapposizione allo status quo». Che è di Casal di Principe lo ha scritto anche nel suo curriculum, redatto interamente in inglese ma con quell’informazione che risalta. Ma perché, includere quel dettaglio? «Perché, spesso hanno un’idea piuttosto bizzarra e che poco condivido dei luoghi in cui sono cresciuto e che sento attaccati addosso come la mia carne. Non di rado mi è purtroppo capitato anche con amici e colleghi che, apprendendo le mie origini, esclamavano: Did you really grew up there?». La risposta è sempre stata semplicemente, ‘si’. «Dico di più- afferma lo scienziato- tutto quello che sono ora lo devo alle cose che ho imparato alle scuole elementari e medie casalesi e all’ITG ‘Andreozzi’ di Aversa. Ai professori che ho incontrato che, oltre alla preparazione didattica, in alcuni casi hanno saputo essere da stimolo per la mia innata curiosità. Professori che mi hanno insegnato a non accontentarmi, uno fra tutti, cito il mio insegnante di matematica alle scuole medie, Giovanni Petrillo».

Il lavoro lo ha portato ovunque. «Essere pagati per una cosa che ti piace tanto, che ti consente di condividere e discutere le tue idee e nuove possibilità di ricerche, conoscendo culture e persone, è una fortuna che è difficile chiamarla semplicemente lavoro», dice Cantiello. Eppure, i suoi studi sono di fondamentale interesse, ad esempio, per la cosmologia. Pochi al mondo utilizzano il metodo di misura delle distanze di galassie adottato da Michele. Un cartografo dell’Universo, potremmo dire. La collaborazione negli Stati Uniti, in particolare presso l’Università Johns Hopkins di Baltimora (Università, fra le più importanti al mondo anche per la medicina e per l’economia) e poi a Pullman nello stato di Washington, è stata un perno per sviluppare l’esperienza e le conoscenze necessarie per misurare distanze di galassie a milioni di anni luce dalla nostra Via Lattea.  Nelle Università americane un ricercatore trova l’ambiente congeniale per studiare l’ignoto, anche per la gran quantità di denaro che viene destinato alla ricerca e certamente sarebbe stato più naturale restare in quella parte del mondo ma l’astronomo casalese è voluto tornare in Italia. Cantiello è stato anche in Francia, più precisamente a Parigi ed in Cile presso ai telescopi dell’European Southern Observatory (ESO). Un’organizzazione europea che riunisce diversi stati membri della UE e non solo per realizzare nuove infrastrutture (telescopi) dedicate alla ricerca astronomica. Con i dati dei telescopi del Cile ha sviluppato una nuova teoria secondo cui gli ammassi globulari (i fossili stellari dell’Universo, che ospitano circa un milione di stelle in una regione di spazio relativamente piccola) non si dividono in due famiglie, distinte in età e composizione chimica. Insieme a vari collaboratori europei ed americani, ha dimostrato che il dualismo, in realtà, è figlio di un problema di interpretazione dei dati. «Sono stato- racconta Cantiello- nell’osservatorio VLT situato sul Cerro Paranal, nel deserto di Atacama in Cile. Qui ho avuto l’occasione di osservare il cielo in un’area lontanissima dalla città e da tutto quello che potrebbe ricordare la tecnologia di uso quotidiano, ed è stata un’esperienza spirituale». Scienza e preghiera non sempre sono, allora, cose separate.  

Tina Cioffo

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