Le MST: cosa sono e perché stanno tornando a diffondersi

Le MST: cosa sono e perché stanno tornando a diffondersi

Quando diciamo “sifilide” pensiamo automaticamente alle epoche passate, quando era largamente diffusa a causa della scarsa conoscenza che si aveva di essa e delle altrettanto scarse pratiche igieniche. Questa malattia però, insieme a tutte le altre a trasmissione sessuale (HIV, gonorrea, clamidia, candida, ecc.) è risultata negli ultimi anni in crescita tra la popolazione europea. I fattori scatenanti questo preoccupante incremento sembra debbano essere riconosciuti nelle nuove tecnologie per la comunicazione e nella crescente tendenza ad avere rapporti occasionali e/o non protetti. Internet e le applicazioni rendono molto più semplice incontrare altre persone per avere delle “avventure”. Inoltre c’è una generale mancanza di consapevolezza da parte dei giovani riguardo l’argomento delle MST (Malattie sessualmente trasmissibili) probabilmente legata ad un inadeguato programma di informazioni da parte delle istituzioni. Per esempio pochi sanno che la sifilide è trasmissibile anche se si fa rigoroso uso del preservativo perché può avvenire attraverso piccole parti degli organi genitali lasciate scoperte da esso. Quindi qualsiasi forma di rapporto con un partner che non si conosce bene e con cui non si abbia un profondo rapporto di fiducia, potrebbe esporre al rischio di contrarla. Appare quindi evidente tra la fascia di popolazione sessualmente attiva una generale ignoranza sulla tematica e una relativa mancanza di consapevolezza del rischio. Un altro elemento che contribuisce alla diffusione di queste patologie è il senso di vergogna che colpisce chi ne contrae una, cosa che porta a non condividere la propria esperienza e quindi a non essere socialmente consapevoli di quanto largamente siano diffuse. Per proteggersi dalle MST è fondamentale l’uso del preservativo e ridurre il più possibile il numero di partner con cui si hanno rapporti sessuali. I rapporti occasionali con più partner, infatti, aumentano esponenzialmente il rischio di contrarre queste patologie.

Glenda Oddi

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