Tra le varie leggende che popolano l’Italia ci sono anche le Janare, tipiche dell’Italia Meridionale, in particolare nelle zone di Benevento e dell’Irpinia, esse sono una delle tante specie di streghe che popolano i racconti appartenenti al mondo agreste e contadino.
Il nome parrebbe derivare da Dianara, ossia sacerdotessa di Diana, dea della luna o dal latino ianua, porta perché secondo la tradizione popolare per tenere lontano queste streghe era necessario porre una scopa o un sacchetto con grani di sale davanti alla porta, la strega sarebbe stata impegnata a contare i fili della scopa o i grani di sale fino al sorgere del sole, suo mortale nemico.
Secondo le più antiche leggende le Janare si riunivano sotto un immenso noce lungo le sponde del fiume Sabato nel beneventano. Esse erano solite uscire di notte, intrufolarsi nelle stalle dei cavalli, prendere una giumenta e cavalcarla per tutta la notte.
Inoltre pare avesse l’abitudine di fare le treccine alla criniera della cavalla rapita per lasciare un segno della sua presenza.
Spesso però la giumenta non reggeva il ritmo della cavalcata e moriva di fatica, per questo per evitare il furto dei cavalli i contadini erano soliti mettere un sacco di sale o una scopa davanti alle porte delle stalle.
Rispetto a tutte le altre streghe la Janara si caratterizzava per il suo essere un tipo solitario e anche nella vita di tutti i giorni, con un carattere aggressivo e acido.