Le confessioni di Eddie Murphy a “The Interview”

Eddie Murphy ha incontrato il New York Times per un episodio del podcast “The Interview”.

Nel corso della puntata, l’attore ha esternato le sue riflessioni con la massima sincerità, toccando diversi argomenti, dal rifiuto al fare uso di droghe alla sua faida con David Spade.

Il conduttore David Marchese ha sottolineato che c’è stato un periodo in cui la fama di Murphy era allo stesso livello di quelle di Elvis Presley, Michael Jackson e Prince, ma che questi tre sono tutti morti abbastanza giovani a causa del consumo di droghe in forme diverse, per cui ha chiesto all’attore se avesse compreso quale insidie potevano nascondersi in quel livello di fama e l’artista ha risposto affermativamente.

«Quei ragazzi sono tutti ammonimenti per me», ha raccontato Murphy. «Non bevo. Ho fumato uno spinello per la prima volta quando avevo 30 anni – la portata della droga era pari a un po’ d’erba. Ricordo che avevo 19 anni, sono andato al Blues Bar. Eravamo io, Belushi e Robin Williams. Hanno iniziato a farsi di coca e io ho pensato: “No, sto bene”. Non stavo prendendo una posizione morale. Semplicemente non ne ero interessato. Non averne la voglia o la curiosità, direi che è la provvidenza. Dio stava guardando su di me in quel momento

Ha spiegato che diventare famosi da giovanissimi, soprattutto come artisti neri, può essere come vivere in un campo minato perché, da un momento all’altro, potrebbe capitare qualcosa che spazza via tutto.

«Ora, a questa età, posso guardarmi indietro e pensare: “Wow, ho attraversato un campo minato per 35 anni”. Come si fa a sopravvivere in un campo minato per 35, 40 anni? Qualcosa deve controllarti. Questo business non è impostato per un artista nero. Era una cosa nuova: sto facendo cose che nessuno ha mai fatto, ed è in un business che non è adatto a me. È impostato per un tizio bianco. Quindi non hai persone che ti guardano le spalle e non hai gruppi di supporto.»

L’attore  ha parlato anche dei “colpi economici” che ha ricevuto dalle persone nel corso della sua carriera, soffermandosi in modo particolare sul momento in cui David Spade ha fatto una battuta su di lui al “Saturday Night Live” durante il segmento “Hollywood Minute”: il comico aveva mostrato una sua foto dicendo: “Gente, prendete una stella cadente”, facendosi beffe del fatto che due dei film di Murphy non erano andati bene al botteghino. L’attore ha confessato che quella battuta lo ferì molto, perché venne messo alla berlina da “uno di famiglia”.

«Era come: “Aspetta, aspetta. Questo è Saturday Night Live. Io sono la cosa più grande che sia mai venuta fuori da quello show. Lo show sarebbe stato sospeso se non fossi tornato nello show, e ora hai qualcuno del cast che fa una battuta sulla mia carriera? E so che non può semplicemente dirlo. Uno scherzo deve passare attraverso questi canali. Quindi i produttori hanno pensato che fosse giusto dirlo. E tutte le persone che sono state in quello show, non hanno mai sentito nessuno scherzare sulla carriera di qualcuno. La maggior parte delle persone che escono da quello show, non vanno avanti e hanno queste carriere straordinarie. Era personale. Era come, “Ehi, come hai potuto farlo?” La mia carriera? Veramente? Una battuta sulla mia carriera? Quindi ho pensato che fosse un colpo basso. Ed è stato un po’, ho pensato – ho sentito che fosse un cosa razzista.»

Dopo la messa in onda di quello skecth, Murphy ha deciso di rimanere lontano dallo spettacolo per 30 anni, rifiutandosi di tornare per i suoi primi anniversari, fino al 40esimo. Se ora di guarda indietro nota che stanno tutti bene e non ha più alcun problema con Lorne Michaels, Spade o SNL.

Infine, l’attore ha anche parlato della sensazione diffusa che lui abbia spianato la strada a comici come Kevin Hart, Dave Chappelle, Chris Rock e Chris Tucker, spiegando che secondo il suo parere non è del tutto vero, perché i suoi colleghi più giovani hanno preso strade diverse dalla sua.

«Il comico era un supporto, era l’atto di apertura e l’ho cambiato in modo che il comico potesse essere l’attrazione principale. Loro hanno pensato al comico in un solo modo, ed era come, no, il comico poteva fare il tutto esaurito e un comico poteva essere in film da cento milioni di dollari. Tutto è cambiato. E con gli attori neri, era come se il ragazzo nero potesse essere la star del film, e non doveva essere un film sullo sfruttamento dei neri. Potrebbe essere un film accessibile a tutti in tutto il mondo.»

Yami

Articoli simili

Rinuncia all’eredità: come fare e quando conviene

Quasi un letargo..

Claudio Achia pittore tra lockdown e resilienza