Le calandre italiane

All’interno della Famiglia degli Alaudidi, oltre alle allodole sono inserite anche le Calandre. Questi uccelli sono simili alle loro “cugine” ma solo all’apparenza. La principale caratteristica che le contraddistingue è il becco più robusto rispetto alle Allodole. In Italia sono segnalate 6 specie di questo gruppo che comprende i generi Melanocorypha e Calandrella. Nidifica nel nostro paese la Calandra (Melanocorypha calandra), la specie più grande delle cinque. Diffusa nelle regioni meridionali, soffre le modifiche agricole degli ultimi decenni. Di dimensioni e piumaggio simile all’allodola, si riconosce per l’evidente collarino nero.

La più diffusa in Italia è la Calandrella (Calandrella brachydactyla), di dimensioni inferiori e con una distribuzione centro-meridionale. È piu piccola e compatta di un’allodola e non presenta una cresta evidente sul capo.

Una specie negli ultimi anni viene considerata migratrice irregolare e svernante: la Calandrina (Calandrella rufescens), che ha dimensioni simili alla Calandrella ma becco molto più corto, ricordando nell’aspetto generale un piccolo fringillide color sabbia.

Accidentali invece le ultime tre specie: la Calandra asiatica (Melanocorypha bimaculata), molto simile alla Calandra ma con becco più robusto, di cui si hanno 4 segnalazioni in Italia; la Calandra siberiana (Melanocorypha leucoptera), più simile all’allodola (per alcuni autori infatti fa parte del genere Alauda) e con una decina di osservazioni certe e infine la Calandra nera (Melanocorypha yeltoniensis), la più riconoscibile per il piumaggio nerastro con becco chiaro, apparendo simile a un merlo dal becco corto, osservata un paio di volte nel nostro paese.

Daniele Capello

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