L’Azerbaijan e il fondo per il clima della Cop29

L’Azerbaijan, paese ospitante della Cop29, ha lanciato una nuova iniziativa per combattere il cambiamento climatico, chiedendo un contributo di 1 miliardo di dollari ai produttori di combustibili fossili. Questo fondo per il clima mira a supportare i paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell’affrontare gli impatti degli eventi meteorologici estremi.

Il fondo per il Clima: un’iniziativa ambiziosa

Il governo dell’Azerbaijan ha istituito il Climate Finance Action Fund in vista del vertice ONU sul clima Cop29, che si terrà il prossimo novembre. Questo fondo accetterà contributi finanziari da Paesi e aziende produttrici di combustibili fossili, investendo in progetti sostenibili in quelli in via di sviluppo. Questi progetti sono cruciali per ridurre le emissioni e rafforzare la resilienza contro gli eventi climatici estremi. Yalchin Rafiyev, capo negoziatore per la presidenza della Cop29, ha dichiarato che i metodi di finanziamento tradizionali non sono sufficienti per affrontare la crisi climatica. Pertanto, è stato deciso di adottare un approccio innovativo, coinvolgendo attivamente i produttori di combustibili fossili nel finanziamento del fondo. Ogni Paese in via di sviluppo sarà idoneo a ricevere supporto finanziario dal fondo.

Contributi volontari: limite o opportunità?

Nonostante l’iniziativa sia promettente, i contributi al fondo saranno volontari. Questo ha sollevato critiche da parte di attivisti come Bronwen Tucker di Oil Change International, che ha definito il fondo una “pericolosa distrazione” dagli obiettivi più ambiziosi di finanziamento del clima. Secondo Tucker, è necessario un approccio più rigoroso per garantire una transizione equa e rapida dai combustibili fossili.

Il ruolo dei produttori di combustibili fossili

L’istituzione del fondo rappresenta comunque un tentativo significativo di responsabilizzare i produttori di combustibili fossili. Harjeet Singh, direttore per l’impegno globale presso la Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty Initiative, ha sottolineato l’importanza di non permettere che questo fondo diventi un lasciapassare per la continua estrazione di gas, petrolio e carbone. Singh ha ribadito che l’industria dei combustibili fossili deve essere penalizzata adeguatamente per i danni climatici causati. L’Azerbaijan mira a raccogliere almeno 1 miliardo di dollari da almeno dieci Paesi e grandi aziende per capitalizzare il fondo. Il fondo avrà sede a Baku e sarà gestito da un consiglio di supervisione indipendente dalle banche multilaterali di sviluppo esistenti, inclusa la Banca Mondiale. Questo dovrebbe garantire una gestione trasparente e indipendente delle risorse finanziarie raccolte.

Critiche e sfide

Le critiche non mancano. Bronwen Tucker ha espresso preoccupazioni riguardo al potere decisionale dato alle grandi compagnie petrolifere, sostenendo che gli inquinatori devono pagare su scala più ampia per i loro crimini climatici. La preoccupazione principale è che un fondo volontario da 1 miliardo di dollari non sia sufficiente per affrontare la portata della crisi climatica. L’iniziativa dell’Azerbaijan rappresenta un passo significativo nella lotta contro il cambiamento climatico. Tuttavia, per avere un impatto reale, sarà necessario un impegno concreto e continuo da parte di tutti i Paesi e le aziende coinvolte. La Cop29 potrebbe essere l’inizio di una nuova era di responsabilità e cooperazione internazionale nella lotta per un futuro sostenibile.

Riccardo Pallotta©

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