L’arte atemporale di Francesco Vezzoli

Fiore all’occhiello del panorama artistico contemporaneo, Francesco Vezzoli, bresciano, classe 1971, è considerato dalla critica tra i più acclamati e affermati artisti italiani al mondo; formatosi alla Central St. Martin’s School of Art di Londra, abita a Milano. La sua arte è eredità e sintesi di più momenti della storia dell’arte, decontestualizzati, immersi e intrisi della personalità unica dell’artista, generando opere quasi familiari all’occhio ma dal sapore indefinito, enigmatico e poetico; sapore, sensazione, che è l’impronta dell’artista, perfettamente amalgamata. Presente nel passato e viceversa, tributo e innovazione si annullano e amplificano a vicenda, in un’atmosfera atemporale, metafisica.  Poliedrico e polimaterico, l’artista nelle sue opere spazia dalla scultura all’arte figurativa, dalla videoarte, tecnica prediletta, alla performance.

Un’arte totale, la sua, che trae spunti da correnti diverse tra loro: l’arte classica viene filtrata dalle sue sculture; artisti come Man Ray, Duchamp, De Chirico, Dalì, Warhol riemergono dai suoi pannelli, uniti a icone spesso cinematografiche, talvolta vive nel ricordo collettivo, talvolta dimenticate dal pubblico e colorate di nuova luce, rievocate. I suoi video, considerati il suo cavallo di battaglia, sono spesso dei veri e propri cortometraggi, dal gusto estremamente sofisticato del cinema d’autore e ricchi di rimandi.

La decostruzione è la chiave di ogni suo lavoro: nel figurativo è decostruzione dello strumento promozionale, del mondo mediatico e dell’effimero, nella scultura è decostruzione delle regole formali e nella videoarte, del linguaggio cinematografico stesso. Solo attraverso la decostruzione può seguire la ricomposizione in chiave artistica e secondo gli schemi personali di Vezzoli che spogliando l’opera, ne coglie il suo cuore pulsante, la sua origine più nascosta, per poi dargli un nuovo significato, un nuovo respiro dal quale emerge forte il tributo all’essenza del ready-made duchampiano.

Il suo successo gli ha consentito di esporre opere in Germania, Inghilterra, Belgio e negli Stati Uniti; in Italia ha esposto al Museo d’arte contemporanea del castello di Rivoli, al MAXXI di Roma, al MADRE di Napoli e alla fondazione Prada di Milano.

Una mente brillante, unica come i suoi lavori, portatore di idee innovative ma senza dimenticare chi ha percorso la sua strada prima di lui. Creatore di opere di grande umiltà e genio.

Elena Caravias

immagine: Wired

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