“L’altra opzione” delle donne secondo Susan Sontag

Il messaggio alle donne ne “Il doppio standard dell’invecchiamento”

“Le donne hanno un’altra opzione” sostiene la scrittrice e filosofa Susan Sontag nel suo “Il doppio standard dell’invecchiamento”. Quale? Verrebbe da rispondere, ovvero “a quale opzione si sta alludendo?” E’ la stessa Sontag a fornire delucidazioni nelle righe successive. Le donne, citando testualmente, “possono aspirare ad essere sagge, non solo simpatiche; ad essere competenti, non solo utili; ad essere forti, non solo graziose; ad essere ambiziose per se stesse, non solo in relazione con uomini e creature piccole”. Una vera e propria rivoluzione copernicana del modo di vedersi e di approcciarsi al mondo, specie se si considera che questo testo uscì dalla penna della scrittrice nel 1972. Un periodo molto caldo per le cosiddette rivendicazioni “di genere” dalle quali presero avvio dei cambiamenti importanti. 

La nuova prospettiva indicata tra le righe è quella di “essere” qualcosa, senza per forza essere funzionali a qualcosa di esterno. Mentre infatti la saggezza esiste di per sé, la simpatia si sprigiona all’interno di un rapporto quantomeno duale; è l’altro cioè a definire se si è simpatici ed è in funzione di questo rapporto che si può ambire o meno allo scettro di “miss Simpatia”. Lo stesso vale anche per la funzione utilitaristica, mentre la competenza c’è o non c’è, indipendentemente dal fatto che la cosa torni utile o meno. Interessante anche l’ambire ad una forza femminile, anziché accontentarsi dello standard di essere “graziose” che invece ai tempi, stando anche ai racconti delle nonne e bisnonne, era uno standard piuttosto in voga per le donne. Rivendicare poi un’ambizione per se stesse e non in relazione ad un altro da sé ora può forse sembrare scontato all’interno di certe culture, ma non sempre è stato così.

Procedendo con la lettura, Sontag sostiene anche che le donne “possono lasciarsi invecchiare in modo naturale e senza imbarazzo, protestando attivamente e disobbedendo alle convenzioni che derivano dal doppio standard di queste società sull’invecchiamento…Le donne dovrebbero permettere ai loro volti di mostrare la vita vissuta. Le donne dovrebbero dire la verità”. Qui “addirittura” Sontag tocca e infrange un altro tabù legato al passare del tempo e alla vecchiaia che per una donna si tinge di tutt’altre sfumature rispetto al mondo maschile. 

Del resto, se uno degli obiettivi da perseguire era l’essere “graziose”, va da sé che il trascorrere del tempo tenderà inesorabilmente a mutare i canoni di bellezza e gli stereotipi che ad essi si legano. Un inno dunque a lasciarsi invecchiare in serenità come anche un’altra grande donna d’arte, quale fu Anna Magnani, aveva rimarcato con la sua voce genuinamente ironica. Impareggiabile la richiesta, diventata celebre, rivolta al suo truccatore: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!”. 

   Di Maria Teresa Biscarini

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