La svolta nei crash-test auto passa per un manichino donna

A monte un gruppo di ricerca svedese

E’ uscito un articolo sul Washington Post, di cui al presente link, destinato a fare luce su un aspetto di non poco conto legato alla sicurezza all’interno degli autoveicoli. Soprattutto per ciò che riguarda le donne. In che senso? Verrà spontaneo chiedersi. Air-Bag, cinture di sicurezza e tutto ciò che ruota attorno al concetto di sicurezza all’interno degli abitacoli fanno quindi differenza tra uomini e donne? In un certo senso sì, al punto che in America si sta parlando di una vera e propria emergenza. La questione che si colloca a monte di tutto ciò non è ovviamente ideologica ma molto pratica.   

Le donne risulterebbero molto più frequentemente vittime di incidenti. Il perché sarebbe ascrivibile a questo semplice dato di fatto: tutti i manichini dei crash test sono manichini con misure maschili. Un mondo quindi progettato al maschile e nemmeno quello automobilistico fa eccezione. Ma qualcosa sta cambiando. A darne notizia la pagina web di Maker Faire Rome – The European Edition promossa dalla Camera di Commercio di Roma, di cui al link

Si apprende così che è ora disponibile il primo manichino femminile per crash test. Il prototipo è stato realizzato da ricercatori svedesi che sembra siano riusciti a riprodurre in manera più conforme alla realtà il corpo femminile. “Il team – si legge testualmente – ha posto l’accento sulla forma del torace e ha conferito al manichino modellato come un corpo femminile una rigidità articolare inferiore rispetto alla sua controparte maschile. È dotato di sensori e trasduttori per misurare la forza esercitata su ogni parte del corpo durante un incidente stradale”.

Questo significativo passo in avanti fa sì che il team stia testando il prototipo in situazioni di collisioni. Significativo anche il fatto che direttore della sicurezza stradale, presso lIstituto nazionale svedese di ricerca su strade e trasporti, e responsabile del team di ricerca sia una donna. Si sta parlando infatti dell’ingegnera Astrid Linder che guida il team di ricerca che sta monitorando gli esiti dei crash test con questi nuovi manichini.

Di Maria Teresa Biscarini

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