Quello tra Mary Godwin (più tardi Mary Shelley), autrice del celeberrimo romanzo gotico Frankenstein, e di suo marito Percy Shelley è un amore nato tra libri, interessi e passioni comuni.
Quando Percy entrò in casa Godwin come discepolo del padre di Mary, William Godwin, filosofo e romanziere molto popolare all’epoca, noto per la sua libertà d’espressione, tra i due giovani nacque subito una profonda amicizia, che presto si trasformò in un sentimento più intenso e sfociò in un amore clandestino. Clandestino perché, a quel tempo, Percy era già marito e padre.
I due erano soliti trascorrere i loro “pomeriggi letterari” a St. Pancras Old Church, una chiesa parrocchiale a Somers Town, nel nord dell’Inghilterra, luogo in cui era sepolta la madre di Mary: Mary Wollstonecraft, scrittrice femminista morta pochi giorni dopo la nascita delle figlia.
Purtroppo, però, durante le loro uscite clandestine, i due amanti erano sempre accompagnati da una terza incomoda: Claire Clairmont, sorellastra di Mary. I tre intraprenderanno anche un viaggio insieme in giro per l’Europa e l’intesa letteraria tra Mary e Percy sfocierà nella pubblicazione di un racconto di viaggio scritto insieme a quattro mani.
Purtroppo, per mancanza di fondi, i tre dovettero tornare in Inghilterra: al rientro, Mary era incinta. La bambina, però, nacque prematura e morì poco dopo: questo evento causò una profonda ferita nel cuore della giovane Mary e lei non sapeva che anni più tardi sarebbe stata incisa ancora più a fondo.
Il 1816 fu un anno di svolta cruciale nella storia dei due giovani amanti: sempre con la terza incomoda Claire Clairmont si trasferirono sul lago di Ginevra, in Svizzera, e come vicino di casa si trovarono niente di meno che Lord Byron in persona, il quale alloggiava nella bella Villa Diodati, accompagnato dal suo fedele segretario John Polidori.
Tra i giovani artisti nacque subito una bella amicizia fatta di passeggiate, letture comuni, scambi di idee e il tutto portò alla famosa ghost story competition: Lord Byron sfidò tutti a comporre una bella storia gotica. Percy fu davvero pressante con Mary, chiedendole ogni giorno a colazione se avesse iniziato a scrivere il suo racconto e facendole sentire il peso del fatto che lei, figlia di due grandi scrittori, a diciannove anni non aveva ancora combinato nulla.
Percy era certamente innamorato di Mary, ma niente avrebbe mai superato il suo amore e la sua dedizione per la letteratura.
Sappiamo bene che alla fine Mary uscì dalla ghost story competition più che vincitrice con il suo meraviglioso Frankenstein, pubblicato nel 1818.
Proprio nello stesso anno, Percy e Mary lasciarono Ginevra alla volta dell’Italia (la moglie di Percy si suicidò e i due si sposarono): si spostarono di città in città, ma non fu certo un periodo felice, perché nacquero e morirono altri due figli. Mary si trovò ancora una volta immersa in un profondo dolore, dolore che, però, sentì di non poter condividere con il marito. Mary sentiva che era arrivato il momento di fermarsi, costruirsi una famiglia, dedicare tempo agli affetti. Percy, invece, come sappiamo, era devoto solo alla letteratura e non aveva lo stesso desiderio di Mary. Durante le sue crisi depressive non le stette accanto, anzi ebbe anche diverse infatuazioni per altre donne.
Nel 1822 Percy morì naufrago durante una traversata del Golfo della Spezia e Mary restò sola con il suo unico figlio Percy Florence.
I due tornarono in Inghilterra e Mary si dedicò interamente alla sua carriera di scrittrice: all’età di 53 anni, nel 1851 morì di tumore al cervello. La sua morte fu però felice e tranquilla, perché il figlio Percy Florence, che nutriva un profondo amore per lei, le restò sempre accanto e Mary poté finalmente godersi quell’affetto che aveva ricercato per tutta la vita.
Letizia Lombardi