La rivolta degli sceneggiatori

Com’era stato annunciato dall’associazione Writers Guild of America (conosciuta anche con l’acronimo WGA), dal 2 maggio è iniziato lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood.
I professionisti di questo settore chiedono un aumento dello stipendio e un miglioramento delle proprie condizioni lavorative, in modo che si adeguino ai tempi attuali, in cui il settore televisivo e cinematografico ha subito delle modifiche a causa dell’avvento delle piattaforme e dei servizi streaming, cambiamenti che li hanno costretti a produrre sempre più contenuti e a un ritmo sempre crescente, con conseguente aumento della precarietà e dello sfruttamento.

Il contratto collettivo dei lavoratori di questo settore è già scaduto nel 2020 e da allora non è stato siglato alcun accordo per il suo rinnovo. Le trattative avviate più da recente con i rappresentati delle case di produzione televisive e cinematografiche non hanno portato a nulla e sono oramai ferme da settimane.

“Niente contratto, niente contenuti!” tuonano giustamente gli scioperanti.

L’ultima volta che gli sceneggiatori sono entrati in sciopero, ovvero 15 anni fa, a subire i danni maggiori sono state le serie tv, molte delle quali sono state chiuse molto prima di quando avrebbero dovuto. Inoltre, gli studios hollywoodiani videro andarein fumo circa due miliardi di dollari.

Al momento, coloro che ne stanno subendo le conseguenze per primi sono i famosi show televisivi statunitensi come il “Saturday Night Live”, il “Tonight Show” con Jimmy Fallon, il “The Late Show” di Stephen Colbert e il “Jimmy Kimmel Live”, che in questi giorni stanno ovviando al problema mandando in onda delle repliche.

Ma se lo sciopero dovesse proseguire, la crisi si estenderà ai telefilm e ai film, ripercuotendosi anche sul lavoro delle altre categorie, tra cui tecnici, comparse, costumisti.

Ci auguriamo che gli sceneggiatori possano vedersi riconosciute condizioni di lavoro più adeguate e dignitose, così che tutto il settore, che ha già subito enormi perdite nel periodo della pandemia, possa ripartire senza problemi.

Yami

Articoli simili

Quasi un letargo..

Claudio Achia pittore tra lockdown e resilienza

L’ OFF/OFF THEATRE RIBALTA PROSPETTIVE