La posizione di Confedilizia rispetto alla Direttiva “Case Green”

Testo migliorato ma ancora troppo irrealistico.

“La direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici, conosciuta come direttiva “case green”, ha ottenuto l’approvazione”. Così si apre il comunicato, datato 12 marzo 2024, diffuso da Confedilizia. Per ben due anni – prosegue il comunicato – Confedilizia si è battuta con successo, al termine del percorso – per eliminarne le parti più pericolose per il risparmio degli italiani”. Tra queste si annoverano, in particolare, quelle che imponevano rilevanti e costosi interventi sugli immobili entro scadenze ravvicinate. Il testo che ne è uscito presenta però obiettivi finali comunque difficilmente realizzabili. Si pensi solo alle cosiddette “emissioni zero nel 2050”. Fondamentale, a questo punto, risulta il ruolo che intenderanno assumere i governi locali. Saranno proprio i governi territoriali ad essere chiamati a legiferare nei vari Paesi. 

“Quello italiano – è sempre Confedilizia a dichiarare – deve fare i conti con una realtà ben diversa da quella del resto della UE”. Le specificità del patrimonio immobiliare italiano sono conosciute, come anche quelle di piccoli proprietari, spesso all’interno di realtà condominiali. Quali sono dunque le vie da percorrere in costanza di questo stato di cose? Citando testualmente: “occorre pensare a una distribuzione equilibrata nel tempo degli interventi e ad adeguate misure economiche e fiscali di sostegno. Il tutto, senza dimenticare – chiosa il comunicato firmato dal Presidente Spaziani Testa – che il nostro territorio ha una priorità che a Bruxelles non scalda i cuori quanto il green: quella del miglioramento sismico degli edifici”.

Di Maria Teresa Biscarini

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