Le pantere nere sono creature ben presenti nell’immaginario collettivo delle persone. A parte le segnalazioni bizzarre presenti sui mass media ogni estate, che non portano mai alla cattura di alcun animale selvatico ma sempre di grossi cani o gatti domestici, la “pantera nera” in natura esiste realmente. Non tutti però hanno ben chiaro di che animali si parli: infatti non si tratta di una specie a sé stante e neppure una sottospecie. Quelli che vengono chiamati “pantere nere” sono infatti gli individui melanici di 14 specie di grandi felini.
Cosa si intende in zoologia per melanismo? É una condizione legata a un gene che provoca un eccesso di melanine, un gruppo di pigmenti neri e bruni che rendono scuro il mantello dei mammiferi (ma anche la cute dei rettili e il piumaggio negli uccelli). Come tutte le condizioni “cromatiche” é interessante capire quanto questo influisca sulla vita dell’animale. Se un merlo albino o leucistico, tutto bianco rischia di essere più facilmente predato di uno “normale” tutto nero, quanto influisce il melanismo su un predatore come un grande felino?
Se lo sono chiesti i ricercatori dell’Univesidade Federal de Santa Catarina di Florianopolis in Brasile. In una ricerca pubblicata nel 2019 sulla rivista PLOS ONE gli studiosi hanno evidenziato che, oltre al noto vantaggio nella caccia notturna, il melanismo porta uno svantaggio nella comunicazione con i conspecifici. Inoltre analizzando le abitudini delle varie specie hanno notato che quelle più diurne hanno tassi di individui melanici molto più alti delle speciee dalle abitudini notturne.
Per approfondire:
https://www.nationalgeographic.it/wildlife/2019/12/conviene-essere-una-pantera-nera
Daniele Capello