La Niña è un fenomeno di raffreddamento anomalo dell’Oceano Pacifico. Su due piedi, visto il riscaldamento globale, potrebbe sembrare una nota positiva, ma non lo è. Questo fenomeno, infatti, ha già contribuito a provocare inondazioni nell’Australia orientale e ha favorito la siccità negli Stati Uniti e in Africa orientale. Il problema, secondo quanto dichiarato da uno studio pubblicato su Nature, è che questo fenomeno potrebbe durare fino al 2023, tre anni di fila, rispetto ad uno standard di due anni consecutivi.
Tre anni consecutivi di Niña ci sono già stati nel 1950, ma ora è diverso: il fenomeno è molto più lungo, probabilmente l’ennesimo fenomeno di cambiamento climatico. Tuttavia, lo studio avverte che questa “rarità”, proprio a causa del cambiamento climatico, potrebbe diventare la normalità:
“Stanno aumentando le probabilità che questi eventi si verifichino per tre anni di seguito”
Questo prolungamento non porterebbe solo all’aumento di siccità e incendi negli Stati Uniti e inondazioni in Asia, ma anche a diversi pattern di uragani, monsoni, cicloni e altri rischiosi cambiamenti climatici a livello regionale.
Non solo la durata negli anni, ma anche la persistenza della Niña sembra essere aumentata. Secondo l’ultima previsione dell’Organizzazione Meteorologia Mondiale, pubblicata il 10 giugno 2022, c’è una probabilità di oltre il 50% che duri fino a settembre.
Nello specifico, gli scienziati sono ancora in disaccordo, sui possibili effetti a breve termine o sui cambiamenti permanenti della Niña, ma concordano su una cosa: Ci saranno ancora molti altri cambiamenti, questo è certo.