La musica può combattere la repressione

È in uscita in questi giorni in radio e su tutte le piattaforme digitali il brano “Like Aretha” used to sing del duo The Jolly Shoes Sisters, una topical song “al femminile” dalla travolgente veste swing and roll.

La musica può combattere la repressione e le diverse forme di oppressione che possono limitare le libertà personali. È in uscita in questi giorni in radio e su tutte le piattaforme digitali il brano “Like Aretha” used to sing del duo The Jolly Shoes Sisters, una topical song “al femminile” dalla travolgente veste swing and roll. Del brano, interamente scritto da Laura Fedele (e già premiato nel 2019 dalla Fondazione Estro Musicale, nell’ambito del concorso riservato agli inediti, sezione Jazz) è stata realizzata dal duo una nuova versione, accompagnata dal videoclip ufficiale, per la regia di Danilo Sbergia. Laura Fedele sofferma la sua breve analisi sulla discriminazione sessuale.

Il brano vuole denunciare ogni forma di repressione fisica e mentale. Qual è la situazione sociale in questo momento storico?

«Non buona. Certo, ci sono stati passi avanti, ma la discriminazione sessuale esisteva ieri, esiste oggi e, a mio parere, purtroppo esisterà sempre. Temo che sia insita nella natura umana. Alla fine di tutto, il nocciolo della questione è che, a livello prettamente fisico, l’uomo è più forte della donna e le creature più deboli sono sempre quelle che subiscono (anche i maltrattamenti riservati agli animali)»

Sensibilizzare con la musica diventa più coinvolgente. Come devono reagire le persone per combattere queste limitazioni riguardanti la libertà personale?

«Dove non arriva il fisico deve arrivare la mente. Ovvero, il primo passo verso la libertà è la consapevolezza, la volontà e la forza di reagire; molte donne non si rendono neanche conto di essere succubi dell’uomo o, magari, ne sono consapevoli ma si adagiano in questo stato, mettendo una sorta di paraocchi. In sintesi: la libertà è, prima di tutto, uno stato mentale».

Registrato in presa diretta a Il Cortile Studio da Massimo Caso e Amedeo Bianchi, con la partecipazione di Franco Cristaldi al basso, il brano è distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records del musicista e produttore Salvatore Papotto. Special guest Enrico Rava, al flicorno.

The Jolly Shoes Sisters

Il duo nasce nel 2019 dall’incontro di Laura Fedele e Veronica Sbergia, due anime jazz & blues dalla strepitosa vocalità, veterane dei palchi nazionali e internazionali. Laura Fedele, cantante, pianista, fisarmonicista, autrice e docente, ha preso parte alla rassegna Just like a woman, al fianco di nomi quali Patty Smith e Dee Dee Bridgewater, al prestigioso Jazz and Heritage Festival a New Orleans, e a diverse edizioni del Festival Jazz di Ascona (CH). Si è esibita alla Mozartsaal della Liederhalle a Stoccarda (D), al Casinò di Lucerna (CH), a Le caveau de l’Huchette (Parigi), al Jazz Club di Gent (Belgio) ed al Blue Note (Milano). Veronica Sbergia, cantante, ukulelista e suonatrice di washboard, è l’unica artista italiana ad aver preso parte al prestigioso Mustique Blues Festival (Caraibi) ed. 2012 e 2013. Ha partecipato a numerose rassegne internazionali (tra le altre: Notodden Blues Festival, Shetland Folk Festival in Scozia, Lucerne Blues Festival, Cognac Blues Passion, The Big Wheel Festival on the Isle of Man (UK), Autumn in Blues in Poland, Primavera in Black a Barcellona, BluesBaltica a Eutin (DE), Pistoia Blues Festival, Porretta Soul Festival, Fylde Folk Festival, Sidmouth Folk Week, Divan du Monde di Parigi). Nel 2013 ha vinto, con Max De Bernardi, l’European Blues Challenge e ricevuto L’Oscar del Blues dalla Kayman Records. Tra i lavori discografici Alter (con gli F.B.A, 2004), Ain’t Nothing in Ramblin’ (2007), Veronica & The Red Wine Serenaders (2009, Totally Unnecessary Records/Audioglobe); D.O.C. (2011); Old Stories for Modern Times (2012), The Mexican Dress (2014), Live at Duse (2015). Ha preso parte in qualità di vocalist all’ultimo album di Stefano Barotti (Il grande temporale, La Stanza Nascosta Records, 2020). The Jolly Shoes Sisters propongono una selezione di hot jazz e swing, restituendo con spirito ludico le suggestioni di un periodo che va dai Roaring Twenties, “I ruggenti anni Venti”, agli anni Quaranta. Polistrumentiste e autentiche virtuose della voce, The Jolly Shoes Sisters coniugano tradizione e modernità, regalando all’ascoltatore un felice, talora serrato, interplay vocale e architetture pianistiche sofisticate e brillanti, puntellate dalla ritmicità primitiva e coinvolgente del washboard.

Francesco Fravolini

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