La grotta sacra dei romani esiste

Dopo secoli riemerge dal terreno il “Lupercale”

La “grotta della natività” di cui stiamo parlando non è quella di Betlemme, è qualcosa di molto più antico, rimasto sepolto per secoli nel terreno; espressione di un culto ancestrale al quale il cristianesimo si è sovrapposto con forza, ma che in maniera scomoda continua a mandare tracce dal passato. Nel lato sudoccidentale del Palatino, più di una decina di anni fa, la soprintendenza di Roma ha scoperto una cavità durante delle attività di ricerca presso le pendici del colle. Con precisione il rinvenimento è avvenuto presso le mura del palazzo di Augusto, in un’area compresa tra il Tempio di Apollo e la Chiesa di Sant’Anastasia. L’ambiente è sepolto sotto 16 metri di terra ed è stato esplorato solo attraverso una telecamera sonda che ha mostrato una struttura di circa 9 metri di altezza e 7,5 metri di ampiezza. L’ambiente, apparentemente circolare, si presenta riccamente ornato da decorazioni musive policrome e in parte composto da una cavità naturale. Secondo gli esperti sarebbe interpretabile come la “grotta della natività” degli antichi romani, chiamata Lupercale, nella quale, secondo la leggenda, la lupa allevò i divini gemelli Romolo e Remo. Ottaviano Augusto dunque, con tutta probabilità, volle qui edificare una sua abitazione con la finalità di annettere la cavità sacra alle strutture del suo palazzo. I gemelli, infatti, erano considerati progenitori della gens Giulia, perché discendenti di Enea. Dal 2007 ad oggi la leggendaria grotta attende ancora di essere riportata alla luce, l’attività di scavo non risulta infatti semplice perché l’ambiente è inglobato in un complesso di strutture e resti che rendono necessario un lungo lavoro.  Lo scavo deve infatti attuare una rimozione progressiva delle stratificazioni del terreno fino al livello della cavità, solo così sarà possibile avere chiare le diverse fasi costruttive delle strutture e comprendere in che rapporto erano con la grotta stessa. In ultimo un’accurata analisi permetterà di comprendere se l’interpretazione della grotta quale Lupercale sia corretta o meno, al riguardo ci sono infatti opinioni contrastanti.

Glenda Oddi

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