La Gola del Bottaccione e l’estinzione dei dinosauri

Come è nata la teoria degli Alvarez

La bella cittadina di Gubbio, in Umbria, non è solo una perla dal punto di vita storico e paesaggistico ma cela nel suo sottosuolo anche importanti testimonianze geologiche. Presso la cittadina è presente una gola che conserva tracce capaci di fare chiarezza su una delle questioni più dibattute inerenti la storia della terra: l’estinzione dei dinosauri.  Stiamo parlando della Gola del Bottaccione, una valle fluviale scavata dal torrente Camignano e compresa tra i monti Ingino e Foce (o Calvo). In essa negli anni settanta il geologo Walter Alvarez in collaborazione con suo padre Luis Alvarez (premio Nobel per la fisica) rinvennero tracce significative inerenti l’estinzione dei dinosauri. Il luogo è infatti caratterizzato da una serie di stratificazioni geologiche a vista e tra essere i due ricercatori individuarono uno strato di circa 1 cm di spessore denominato limite K/Pg (Cretaceo-Paleogene). Risultò molto ricco d’argilla e privo dei piccoli fossili di foraminiferi che in genere caratterizzano gli strati risalenti a quel particolare periodo storico. Un elemento particolare è il fatto che i foraminiferi dello strato inferiore a quello argilloso erano molto diversi da quelli dello strato superiore. Inoltre lo studio degli elementi contenuti in quello strato permisero di notare che all’interno di esso vi era una presenza elevata di iridio, un metallo particolarmente raro sulla terra ma più diffuso in altri corpi celesti. L’analisi da parte degli Alvarez del limite K/Pg li ha dunque portati a formulare l’ipotesi dell’impatto di un enorme asteroide sulla superfice terreste circa 66 milioni di anni fa che generò una rapida variazione climatica. La conseguenza di questo fu l’estinzione dei dinosauri e l’alterazione di altre forme di vita per rispondere alla necessità di sopravvivere nel nuovo ambiente terrestre (come il cambiamento dei foraminiferi appunto). La tesi degli Alvarez, non è l’unica inerente la quinta estinzione di massa della terra, ma è senza dubbio una delle più avvalorate e sostenute dalla comunità scientifica. Numerosi altri ritrovamenti fatti in tutto il mondo danno, infatti, sostegno alla loro teoria.

Glenda Oddi

Articoli simili

MALIKA AYANE FA VIBRARE ROMA IN CONCERTO IL 30 NOVEMBRE 2024

Ovunque io sia di Romana Petri

‘Brotti! E non ridere che sei come loro’