La giornata più calda mai registrata

Domenica 21 luglio 2024 è entrata nella storia come la giornata più calda mai registrata dagli scienziati. Secondo i dati preliminari del Copernicus Climate Change Service, la temperatura media globale ha raggiunto i 17,09°C (62,76°F), superando di poco il precedente record di 17,08°C (62,74°F) stabilito il 6 luglio 2023 (dati: https://www.ecmwf.int/en/research/climate-reanalysis).

Un allarme dalla scienza

Questa nuova rilevazione, sebbene di una differenza minima rispetto al record precedente, sottolinea un trend preoccupante di temperature in costante aumento. “Ciò che è davvero sconcertante è quanto sia grande la differenza tra la temperatura degli ultimi 13 mesi e i precedenti record di temperatura”, ha affermato Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service. La temperatura media globale non è un dato da prendere alla leggera: ogni aumento, anche di pochi decimi di grado, ha impatti significativi sull’ambiente e sulla vita quotidiana. La combinazione di inquinamento da carbonio, combustione di fossili e allevamento di bestiame continua a spingere le temperature verso livelli mai visti prima, mettendo il mondo in quello che gli scienziati chiamano “territorio inesplorato”.

Conseguenze globali

Il caldo estremo non si limita a essere un semplice dato statistico, ma si manifesta con eventi concreti e drammatici. Incendi boschivi devastanti, ondate di calore che mettono a rischio la salute pubblica, e inondazioni sono solo alcuni degli effetti visibili. Questi eventi estremi mettono a dura prova le infrastrutture, la biodiversità e la stessa capacità di risposta delle comunità colpite. Zeke Hausfather, scienziato del clima presso il Berkeley Earth data project, ha definito questo record “un segnale preoccupante” dopo 13 mesi consecutivi di temperature record. Questi dati suggeriscono che il 2024 potrebbe superare il 2023 come anno più caldo mai registrato.

Uno sguardo al futuro

Nonostante la possibilità di una temporanea diminuzione delle temperature globali dovuta a fenomeni climatici sporadici, la tendenza di fondo del riscaldamento globale rimane preoccupante. Il professor Peter Thorne, direttore del centro Icarus presso la Maynooth University, ha avvertito che se non raggiungiamo rapidamente emissioni nette pari a zero, i record di oggi potrebbero un giorno essere considerati “anomali e freddi”. Le roadmap dell‘IPCC e dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) indicano che sono necessari tagli drastici alla domanda di combustibili fossili per raggiungere gli obiettivi climatici entro il 2050. Solo attraverso un impegno globale e azioni concrete possiamo sperare di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e garantire un futuro vivibile per le prossime generazioni.

La giornata del 21 luglio 2024 rappresenta un lapalissiano campanello d’allarme per tutta l’umanità. La scienza ci mostra chiaramente la necessità di agire ora per contrastare il riscaldamento globale. Ogni frazione di grado conta e ogni azione verso la riduzione delle emissioni di carbonio è un passo importante verso la salvaguardia del nostro pianeta.

Riccardo Pallotta©

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