FederBio: biologico alleato fondamentale per contrastare la siccità e tutelare gli ecosistemi ambientali
La rigenerazione dei terreni agricoli come risorsa essenziale per affrontare gli effetti della crisi climatica e arginare fenomeni di degrado estremo. È questo il monito lanciato in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente che si è svolta il 5 giugno 2024. Quest’anno si focalizza sul ripristino del territorio, sulla desertificazione e sulla resilienza alla siccità con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration”. FederBio pone l’accento sull’importanza della transizione agroecologica per preservare la fertilità dei terreni e il patrimonio ambientale per le generazioni future.
Analisi del settore
«Secondo i dati dell’Ispra, l’Italia ha toccato nel 2022 il minimo storico di disponibilità idrica degli ultimi 30 anni. Un effetto legato al calo delle precipitazioni, aggravato dall’aumento del valore delle temperature e dell’evapotraspirazione. Gli impatti di questi fenomeni atmosferici avversi sempre più rilevanti si riflettono, in particolare, nel settore agricolo». È l’agricoltura biologica che può contribuire a migliorare la resilienza dei terreni agricoli alla siccità. Aumentando la quantità di materia organica nel suolo, le pratiche agronomiche biologiche sono in grado di trattenere maggiori quantitativi d’acqua rendendoli poi disponibili durante i periodi di siccità. Non solo. Contribuiscono a ridurre l’erosione del suolo, proteggendo lo strato superiore, essenziale per immagazzinare e trattenere l’acqua, mentre l’incremento di biodiversità, favorito dall’eliminazione della chimica di sintesi, aiuta a creare un ecosistema in grado di mitigare gli stress climatici.
Francesco Fravolini