La Fornarina, un nuovo studio ne svelerà i segreti

Una delle più celebri opere di Raffaello è oggetto di una particolare analisi scientifica

Sono passati 500 anni dalla morte di Raffaello, il più celebre artista urbinate che nell’arco della sua breve vita è riuscito a lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte. Una delle sue opere più apprezzate e conosciute, La Fornarina, è stata oggetto di particolari studi attraverso riprese ad altissima risoluzione e scansione ai raggi X. L’analisi è avvenuta alla Galleria Barberini Corsini di Roma gli ultimi giorni di gennaio. L’iter è iniziato con un’acquisizione fotogrammetrica Gigapixel+3D, una ripresa del dipinto ad altissima risoluzione che renderà possibile effettuare ingrandimenti con una eccezionale nitidezza e fedeltà dei colori. Inoltre permetterà di realizzare una resa tridimensionale dell’opera attraverso la quale si analizzeranno le pennellate e le crettature con una straordinaria precisione. In un secondo momento l’indagine ha previsto delle analisi chimiche realizzate con il sistema Xrf scanner multicanale, sviluppato dall’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) in collaborazione con l’Università di Roma Tre, con La Sapienza e l’Istituto per i materiali nanostrutturati del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ismn) in seno al Progetto Musa (Multichannel Scanner for Artworks). Nel dettaglio l’analisi si è sviluppata in scansioni macro e fluorescenza ai raggi X che permetteranno di svelare la composizione chimica dei pigmenti per conoscere meglio la tecnica dell’artista e dare utili informazioni ai restauratori che interverranno sull’opera. Si attende dunque l’esito di questo importante progetto, valido per la promozione culturale del dipinto, per garantire una più profonda conoscenza dei modi pittorici di Raffaello e scoprire la storia di questa enigmatica figura, una delle ultime ritratte dall’artista prima della sua morte, avvenuta a Roma nel 1520.

Glenda Oddi

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