La guerra tra Russia e Ucraina si allunga sempre di più, contro quelli che sembravano essere i piani originali di Vladimir Putin, e il 9 maggio è una data che potrebbe cambiare le carte in tavola. Putin, infatti, ha dichiarato che annuncerà il cambio di passo verso una “guerra totale” contro Kiev proprio quel giorno, quando i russi festeggiano la propria vittoria sul nazismo. Questo è quello che ha annunciato l’independent, quotidiano britannico, citando fonti governative.
Una data simbolica e un cambio di passo dovuto non solo alle palesi difficoltà che uno degli eserciti più imponenti del mondo sta avendo contro l’Ucraina, ma anche a causa della frustrazione delle forze armate che, come ha rivelato il Telegraph citando fonti interne all’esercito di Mosca, sono “indignate” per il fallimento dell’attacco a Kiev.
Un esercito che è sempre più dubbioso sulla leadership, che si vorrebbe saldare ampliando e rafforzado questa guerra, sottolineando, proprio nel giorno della sconfitta del nazifascismo, quanto sia importante “denazificare” l’Ucraina.
Anche il mondo, tuttavia, attende. Perché non solo si suppone un annuncio di guerra totale contro Kiev, ma una guerra totale contro i “nazisti” di tutto il mondo. Non a caso, infatti, già da qualche settimana la Russia sta vedendo la sua guerra in questo modo. Il generale Minnekaey, infatti, uno degli ufficiali in Ucraina, ha dichiarato che la Russia è:
“In guerra con il mondo intero, come nella Grande Guerra Patriottica. L’intera Europa era contro di noi. E adesso è lo stesso, non gli è mai piaciuta la Russia”.
E, quindi, si punterebbe alla mobilitazione di massa del popolo russo. Ma a pro di che? Palese è che ci siano sempre più malcontenti all’interno dell’esercito e del corpo politico russo, come implica il fatto che si sta sempre più spesso minacciando alla Guerra Mondiale da parte della Russia (nonostante le altre potenze non stiano esattamente lavorando anche per una soluzione diplomatica), ma sono minacce fondate?
La guerra tra Russia e Ucraina sottolinea che, militarmente, un Paese non può essere conquistato. Come se non lo avesse già dimostrato l’Afghanistan. L’intreccio tra tecnologia, politica, economia rende praticamente impossibile che guerre di questo tipo siano favorevoli, nel breve o nel lungo periodo. E, soprattutto, mostra che lo sviluppo tecnologico e tattico dell’epoca moderna ha reso il “numero” di soldati un numero relativo, almeno nel breve periodo.
Quello che resta sono i missili, le atomiche, la distruzione indiscriminata. Ma questa non è una guerra. Alla fine di un’ipotesi di questo tipo ci sarebbe solo la fine. Per una parte, per l’altra o per tutti. Quindi, la domanda è: Putin come intende uscire da questa situazione? Forse il 9 maggio lo sapremo. Sperando che non sia una scelta “folle”.